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GIOVANI

Impennate in bici, la rischiosa moda del "bike life"

A Padova rischiano la vita, anche a Rovigo va di moda girare su una ruota sola

Giovani in bici contro i bus, dietro c'è una tendenza

ROVIGO - Il video è terrificante: un ragazzino di appena 17 anni, impenna con la bicicletta su una ruota continua a pedalare dritto contro un bus. E' una nuova rischiosissima moda, che anche a Rovigo ha preso piede. Nel senso che tanti giovani si avventurano per le strade con una ruota sola. Si chiama "Bike life", molto in voga tra i giovani. 

Nel caso di Paova, il 17enne, che vive in provincia di Padova, si diverte a sfidare i mezzi pubblici soprattutto in città: in sella alla sua bici, con la ruota anteriore alzata, pedala verso i bus, salvo spostarsi all’ultimo secondo. Il tutto viene ripreso con il cellulare e poi postato in rete. 

La notizia è stata notata anche da Luca Zaia che ha subito stigmatizzato queste decisioni: "No, il "bike life" non è divertimento, non è neanche libertà. Non fa sentire grandi, forti, invincibili, eroi, lo sfiorare autobus in corsa impennando con la bici salvo spostarsi all’ultimo secondo. E' il modo (irresponsabile) di mettere a rischio la propria vita e quella di altri".

Ora però il ragazzo rischia di finire nei guai. I carabinieri l’hanno infatti convocato in caserma per la mattinata di oggi 27 ottobre. Se gli andrà bene riceverà un semplice strigliata dai militari, altrimenti il rischio è che venga denunciato.

Il “Bike life” è un fenomeno che si inserisce tra lo sport e la performance. Sport perché ci vuole allenamento per viaggiare con una ruota alzata, performance perché viene tutto ripreso e postato. “Bike life” vuol dire stare in strada, impennando a bordo di biciclette o moto. Le persone che lo praticano non scendono mai dal proprio mezzo, e per la maggior parte del tempo se ne stanno rigorosamente su una ruota sola.

Il fenomeno arriva dagli Usa ma si è presto diffuso nel Regno Unito e poi in Italia. I “wheelie guys” (ragazzi dell’impennata) diventano presto popolari a Milano dove è possibile imbattersi in gruppi (a volte formati da centinaia di persone) di biciclette che invadono le strade, fanno impennate e si insinuano dentro e fuori il traffico a velocità eccessive, schernendo automobili di civili e spesso delle forze dell’ordine. La scorsa primavera a Milano si è tenuto un raduno che ha raccolto 2 mila “wheelie guys” da tutto il Nord Italia

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