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Ambiente

Emergenza climatica: Colture Polesane in crisi

A creare difficoltà le temperature anomale

Un patto per rilanciare i consorzi e tenere alta la bandiera dell'agricoltura italiana

ROVIGO - Le temperature insolitamente elevate di queste settimane, ben al di sopra della media stagionale, stanno mettendo a dura prova le colture autunno-vernine nella zona polesana. Secondo quanto riportato da Cia Rovigo, l'associazione degli agricoltori, la situazione attuale è critica, soprattutto a causa dell'emergenza climatica in atto. Rispetto all'anno precedente, caratterizzato da una persistente siccità, le rese dei broccoli e delle zucche sono diminuite del 20%. Inoltre, le coltivazioni sono ancora sotto attacco da parte di lumache e insetti come le rughe, che in questo periodo dell'anno dovrebbero essere scomparsi da tempo.

 "Questo caldo anomalo di certo non giova alle nostre eccellenze - sottolinea il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini -, tant'è che spesso gli stessi agricoltori sono tenuti ad andare a raccogliere i prodotti nei campi addirittura due volte al giorno. Maturano troppo in fretta, quasi guardandoli, e di conseguenza non sempre riescono a sprigionare le loro migliori qualità. Date le temperature elevate lo sviluppo vegetativo è anticipato di quindici giorni, con conseguenze nefaste sull'intera filiera". 

Anche i radicchi stanno subendo i danni del caldo fuori stagione. Molti agricoltori hanno rinunciato a piantare le varietà precoci poiché marciscono prematuramente, ancora una volta a causa delle temperature elevate. L'unico aspetto positivo riguarda le patate, che sono di buona qualità, anche se di dimensioni più piccole del solito. "Se a breve non vi sarà un'inversione di tendenza – aggiunge – con un rientro delle temperature nel range della media stagionale, le nostre colture autunno-vernine registreranno delle perdite ingentiA lungo andare i cambiamenti climatici, anzi l'emergenza climatica, potrebbero provocare un profondo cambiamento delle programmazioni agricole. Il settore agricolo è fra i più esposti e vulnerabili,via via che frequenza e intensità degli eventi estremi aumenteranno, vedrà inevitabili conseguenze in termini di riduzioni di raccolto e spostamento di areali favorevoli alla coltivazione". 

Cia Rovigo sottolinea l'importanza di una ricerca scientifica costante per prepararsi a fronteggiare questa eventualità catastrofica. "Non dobbiamo farci trovare impreparati rispetto a questa eventualità. A tal riguardo le Istituzioni sono tenute a sostenere una costante ricerca scientifica -chiosa il direttore di Cia Rovigo, Paolo Franceschetti -. Mentre agli imprenditori agricoli va garantito un equo reddito. Fatto 100 il valore di un prodotto sugli scaffali dei supermercati, agli agricoltori rimane, in media, soltanto il 13%. Serve una pronta risposta da parte del mondo politico al fine di salvare un settore strategico per la comunità".

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