VOCE
Agricoltura
10.11.2023 - 11:04
ROVIGO - L'annata agraria nel Polesine, ufficialmente conclusa in concomitanza con la Festa di San Martino l'11 novembre, si chiude con una nota di preoccupazione per gli agricoltori locali con un 2023 contrassegnato da un calo generale delle rese, oscillante tra il 10% e il 20%, risultato di un mix di fattori avversi che includono eventi climatici estremi, rincari delle materie prime agricole e aumento dei costi energetici.
L'emergenza climatica ha colpito la regione con lunghi periodi di siccità seguiti da nubifragi intensi, accompagnati da temperature elevate fuori stagione. Secondo uno studio condotto dalla Cia Rovigo, il fatturato complessivo della filiera agroalimentare polesana per il 2023 è previsto intorno a 1 miliardo di euro.
Nonostante le cifre apparentemente positive, vi sono preoccupazioni legate alla sostenibilità delle colture a lungo termine. La prolungata siccità del 2022, associata ai costi elevati e al mancato riconoscimento degli agricoltori, ha causato una riduzione del 50% della semina di mais, che un tempo rappresentava la coltura principale della provincia su 32mila ettari.
Il presidente della Cia Rovigo, Erri Faccini, sottolinea la minaccia di un notevole ridimensionamento di questa coltura nel lungo periodo. Anche le colture autunno-vernine sono state colpite, con rese dei broccoli e delle zucche in calo fino al -20%, e una crescita insoddisfacente dei radicchi con riduzioni delle rese superiori al 10%.. "Ormai è un dato di fatto, precisa Faccini –. I cambiamenti climatici non permettono agli agricoltori di redigere una programmazione agronomica certa". Il tema dell'equo reddito rimane irrisolto, con solo il 13% del valore di un prodotto sugli scaffali dei supermercati che arriva agli agricoltori. " Serve una pronta risposta da parte del mondo politico al fine di salvare un settore strategico per la comunità" - aggiunge Faccini. Tra le note positive il fatto che il 20% delle imprese agricole polesane sia costituito da giovani under 40, 972, su un totale di 4.864 aziende. "Un numero che ci fa ben sperare" - conclude il presidente.
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