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IL LUTTO

Adria si ferma per salutare Silvano Bellato

Larghissima partecipazione al funerale di Bellato. L’ex preside Antonio Gardin: “C'è bisogno di testimoni così”.

Tutta la città si ferma per dire addio a Silvano

Una folla per l'addio a Silvano Bellato

ADRIA - “Ora vola lassù, caro Silvano, dai nostri figli: l’angelo che abbiano donato alla chiesa di Carbonara in memoria dei nostri ragazzi ti porterà in volo, dove Sara e Fabio ti stanno aspettando a braccia aperte, vi raggiungerò quando Dio lo vorrà”: le ultime parole di Marilena nella lettera letta da Laura Bertaglia, fortemente provata dalla commozione, al termine delle esequie per Silvano Bellato.

Parole che hanno raggelato il sangue delle tantissime persone che ieri pomeriggio hanno gremito la chiesa di Carbonara per dare l’ultimo saluto al fondatore dell’Ail. Parole che riassumono una storia d’amore quella tra Marilena e Silvano, segnata da prove pesantissime come la perdita di due figli in tenera età. Una storia d’amore che è diventata un dono, una speranza, una luce per tanti altri ragazzi. Una storia d’amore che ha colpito anche Papa Francesco, il quale li ha citati nell’udienza generale del 2 marzo 2019, poi ha stretto loro le mani donando a ciascuno una coroncina del rosario, “quella coroncina che adesso stringi tra le mani”.

Momenti commoventi per l’ultimo saluto a Silvano unanimemente riconosciuto come esempio insuperabile di volontariato e solidarietà. L’amministrazione comunale era presente con il vicesindaco Federico Simoni che indossava la fascia tricolore, in sostituzione del sindaco Massimo Barbujani ricoverato in ospedale. Presenti diversi assessori e consiglieri comunali con il gonfalone della Città listato a lutto. Così pure i vessilli di diverse associazioni impegnate nel volontariato sociale: la Fidas polesana e diverse sezioni locali, Avis, Aido, Danilo Ruzza, Croce verde e alpini. Ovviamente l’Ail polesana e nazionale. Tra le epigrafi, spiccava quella di partecipazione del Comune di Pettorazza Grimani.

Il rito religioso è stato celebrato dal parroco don Maurizio Savella con l’arciprete della Cattedrale don Matteo De Mori e i giovani sacerdoti don Bryan Osti e don Mattia Frigato, quest’ultimo della Carbonara. Laura Bertaglia è stata invitata anche a leggere un messaggio dei nipoti Fabrizio, Raffaella, Annalisa, Luana, Katia, Beatrice e Carla. Ed ecco il passaggio più toccante: “Quando i  nostri cugini Sara e Fabio ci hanno lasciato in maniera così straziante, eravamo poco più che ragazzi che abbiamo vissuto con te e con la zia quell’immenso dolore, pur non potendo sapere che cosa significasse perdere un figlio. Adesso siamo anche noi genitori e nei nostri cuori si è materializzato ancor più forte il pensiero di quella perdita”.

E’ intervenuta la dirigente del polo tecnico Sara Manzin per ricordare le due borse di studio intitolate a Sara e Fabio per studenti che “hanno saputo distinguersi non solo per il profitto scolastico, ma anche per l’impegno solidale che portano avanti”.

Particolarmente toccante la testimonianza di Antonio Gardin, ex dirigente della stessa scuola, ricordando le tante occasioni di incontro a scuola per poi concludere: “I nostri ragazzi, noi tutti, abbiamo bisogno di testimoni come te e Marilena, esempi autentici del fatto che la vita può avere un senso, uno splendore e può essere sottratta alla tentazione della distruzione”. E ancora: “Siete stati testimoni con la vostra vita, il vostro esempio, il vostro impegno per affermare che la vita ha un senso se è un dono condiviso ed è questo il messaggio  altissimo che ci hai lasciato in eredità e che cercheremo di realizzare insieme a Marilena”.

Nel portare il saluto dell’amministrazione comunale, Simoni ha voluto esprimere “la più viva riconoscenza per l’esempio di sincera generosità e straordinaria umanità che ha saputo essere, insieme alla moglie, arricchendoci con il loro impegno concreto e il loro prezioso operato. Un sincero abbraccio a Marilena nella consapevolezza che un’intera comunità le è accanto ora e lo sarà anche in futuro”.

Alle diverse testimonianze è seguita la lettura della “Preghiera del donatore” da parte di Lucio Moretti. Il rito religioso è stato animato dai canti del coro Soldanella diretto da Alessandro Stocco che ha dato l’ultimo saluto a Silvano sulle note del “Signore delle cime”. Epilogo sul sagrato della chiesa con Cristiano Roccato ed Enrico Moscardi alla chitarra che hanno suonato la canzone “Diamante” di Zucchero, mentre Marilena bacia per l’ultima volta la bara con il fazzoletto dell’Ail, un grande mazzo di rose bianche e alcune foglie delle stelle di Natale che i volontari Ail distribuiranno la prossima settimana in gran parte della piazze polesane. Una grande rete del volontariato e della solidarietà che rappresenta la più grande e preziosa eredità morale lasciata da Silvano.

 

 

 

 

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