VOCE
Scuola
03.12.2023 - 15:34
ROVIGO - Leonardo Raito, sindaco di Polesella, solleva critiche e preoccupazioni riguardo al nuovo piano di dimensionamento degli istituti scolastici nella Provincia di Rovigo. Raito, infatti, sostiene che il piano, che prevede l'accorpamento di alcuni Istituti Comprensivi, metta a rischio la gestione del sistema educativo in molte scuole periferiche, lasciandole essenzialmente a loro stesse. "Credo che le valutazioni che sono state fatte per accorpare gli Istituti Comprensivi di Taglio di Po e di Ariano, e quelli di Fiesso Umbertiano e Stienta, siano state irrispettose dei criteri che avevano, in passato, anche quando svolgevo l’incarico di assessore provinciale all’Istruzione, consentito il mantenimento dell’autonomia degli istituti, ovvero il rispetto delle prerogative dei plessi scolastici nei comuni più piccoli e quella rarefazione abitativa che consentiva di equiparare molte nostre situazioni a quelle di isole e zone montane - scrive -. Mi immagino la fatica che farà il dirigente di uno dei due nuovi istituti a occuparsi dei tantissimi plessi sparsi che rientrano sotto la sua guida, creando delle situazioni di abbandono che non potranno che essere propedeutiche alla chiusura dei plessi stessi, in nome di una carenza di risorse economiche e umane che non consentirà di prestare eguale attenzione a tutti, generando disparità inopportune. Purtroppo i ministeri continuano a ragionare di scuola in termini esclusivamente numerici, trascurano il valore che la scuola stessa ha su comunità e territori, ignorano come sia cambiata negli ultimi anni e le difficoltà che gli operatori ogni giorno incontrano per garantire un livello essenziale di formazione, educazione, civismo. Si trascura, anche in una Provincia che recentemente ha visto episodi preoccupanti (colpi di pistola a insegnanti, esplosioni, vandalismi, bullismo), quanto il termine presidio sia fondamentale: ma presidio c’è se ci sono operatori, insegnanti, dirigenti, investimenti e programmazione. Senza tutto questo, e senza certezze e prospettive per il futuro, svolgere il ruolo fondamentale di istituzione educativa sarà impossibile. Occorrerebbe piuttosto guardare alla ricchezza dell’autonomia, anche in una Regione che si dice fortemente votata a questa parola. Con le situazioni che si sono generate con questo piano, alcuni dirigenti scolastici rischiano di essere più martiri che guide. Dispiace che la politica polesana e che alcuni esponenti di primo piano, che magari avevano la possibilità di incidere su questa forzata razionalizzazione, non abbiano messo in campo azioni o iniziative per cambiare le cose".
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