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SPORT
28.12.2023 - 15:13
ROVIGO - Lucio Taschin, Delegato Provinciale del Coni di Rovigo, fa il punto sulla situazione dello sport locale, analizzando il 2023 e progettando il futuro. Taschin inizia sottolineando le sfide normative e burocratiche affrontate dal mondo dello sport durante l'anno appena trascorso.
Lucio Taschin, in molti la chiamano ancora 'Presidente' anche se la denominazione corretta è 'Delegato Provinciale'. Lei come preferisce farsi chiamare?
"E' vero. Molti si ricordano ancora il Coni organizzato sul territorio con la figura del Presidente ma da qualche anno, a seguito di una delle tante riforme, siamo Delegati Provinciali. Per me, ad ogni modo, non conta il titolo, conta quello che fai per aiutare lo Sport, in questo caso polesano, a farlo sempre meglio. Arrivo dal campo, continuo a frequentare attivamente il campo e non intendo cambiare. Per conoscere bene la materia le mani te le devi essere "sporcate" e non poco".
E' stato l'anno della riforma dello Sport. Che ne pensa e qual è l'impatto a pochi mesi dall'introduzione?
"E' sufficiente chiederlo ai miei amici presidenti di Asd (Associazioni Sportive Dilettantistiche). Di tutto avevano bisogno, tranne di una normativa che li vede protagonisti in diverse cose da sistemare: la contrattualistica sportiva, gli statuti, un'attenzione maggiore alla gestione 'spicciola' della società sportiva, fino ad arrivare anche a maggiori costi che, pochi o tanti che siano, impattano sempre negli equilibri. Io sono dalla parte di chi afferma che, se proprio doveva esserci una riforma, si sarebbe dovuti dare più attenzione a chi tiene su la 'baracca'. Per chi fa 'Sport Business', invece, forse qualche problema questa riforma l'ha risolto".
Lei dice spesso che lo Sport continua a resistere.
"Sì. Sono perfettamente d'accordo con il mio presidente regionale Dino Ponchio quando afferma che abbiamo resistito al Covid, abbiamo resistito al caro bollette e resisteremo anche a questa riforma. Resistere però non vuol dire che siamo sulla strada buona per andare verso lo sviluppo".
Parlando di Sport polesano: com'è lo stato di salute dei nostri sodalizi?
"Continuando con il discorso precedente... resistono. In realtà, ci sono diverse eccellenze nel nostro territorio che ci qualificano e non poco. Non solo negli sport di squadra con alcune discipline in serie A, ma anche a livello individuale dove i campioni non mancano. Quando, invece, vedete nelle classifiche nazionali che Rovigo è in posizioni non proprio di prestigio riguardo alla pratica sportiva, dobbiamo tenere conto di alcuni fattori che sono tipici della piccola provincia. Quelli non li cambieremo mai. Ma se prendiamo il frutto che sta dentro alla noce, vediamo che una famiglia in provincia di Rovigo ha un'offerta sportiva consistente, siamo attivi con il dilettantismo sportivo e in diversi sport individuali e di squadra qualcuno eccelle, rugby su tutti. Partirei da qui".
Il Coni, in particolare quello di Rovigo, come si sta difendendo?
"Chi mi conosce sa che guardo sempre il bicchiere mezzo pieno. Di sicuro l'altra riforma che ha impattato sul territorio, ovvero la presenza della Spa 'Sport e Salute', ci ha tolto diversa autonomia su diversi progetti che gestivamo direttamente e forse un pochino meglio. Ho sempre pensato che lo sviluppo lo fai con una base forte, non con imposizioni dall'alto. Ad ogni modo, stiamo rispondendo in maniera egregia e per il 2024 intendo rilanciare ulteriormente l'azione sul territorio insieme con la squadra dei fiduciari che condivide con me quest'avventura. Un'idea su tutti che mi piacerebbe realizzare è una sorta di anteprima del Festival dello Sport di Trento qui a Rovigo".
Entriamo nel merito dei progetti operativi del Coni.
"Cominciamo dalla formazione. A Rovigo abbiamo fatto ben 3 sessioni con i massimi esperti sul tema della riforma. Poi parliamo di 'Centri Avviamenti allo Sport' ed 'Educamp'. A livello regionale siamo la provincia con un rapporto di società aderenti rispetto alle presenti più alto in assoluto. Stiamo parlando di promuovere la multidisciplinarietà e di dare supporto ai cosiddetti centri estivi sportivi. La Fondazione Cariparo continua ad essere unica in Italia nel finanziare lo Sport di base e si fida di noi. Per noi è una bella responsabilità ma siamo orgogliosi di essere gli interlocutori di un ente così prestigioso. Inoltre, il dialogo è continuo con quelle amministrazioni che pensano allo Sport come volano per lo sviluppo del territorio. Un po' meno con chi tratta lo Sport come l'ultima delle priorità. Intendo aumentare quest'attività per il 2024 e dare ulteriori strumenti a chi è il riferimento sportivo in una comunità locale. Con l'avvento di 'Sport e Salute', invece, si è un po' raffreddato il rapporto con il mondo federale locale. Vedremo come riscaldarlo con l'anno nuovo".
Quale potrebbe essere una priorità per le amministrazioni locali nei prossimi anni?
"Non ho dubbi: l'impiantistica. Non esiste sport in grado di crescere senza una casa adeguata. Ma attenzione! Bisogna anche capire come lo Sport sta cambiando e che tipo di impiantistica serve e soprattutto quanto costa. E' un dettaglio che farà la differenza. Su questo tema devo citare l'operazione' portata a casa' dall'assessore regionale Cristiano Corazzari, che per il 2024 ha riportato il budget per l'impiantistica sportiva a livelli inimmaginabili con 13 milioni di euro che saranno disponibili per il Veneto e che daranno un grande slancio alle nostre strutture. Tutto ciò nonostante la Regione Veneto non applichi l'addizionale Irpef rispetto ad altre regioni italiane".
Altri pericoli all'orizzonte?
"Il calo delle nascite. Obbliga lo Sport a ripensarsi seguendo due strade: aumentare i propri servizi e organizzarsi tra discipline sportive. Il fare in diverso modo vuol dire che qualcuno ci rimetterà e non poco".
Il 2023 si è chiuso con la scomparsa di Giuseppe Osti, storico presidente del Coni provinciale, e di Provino Pivo.
"Come ho detto anche pubblicamente, tutti sanno che ho avuto idee diverse da Beppe, ma ciò nulla toglie sul fatto che abbia animato e dato slancio allo sport polesano come pochi sono riusciti a fare. Lo ricorderò sicuramente come si deve in una cerimonia ufficiale. Lo stesso dicasi per Provino, un amico e un grande dirigente sportivo".
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