VOCE
LAVORO
30.12.2023 - 15:05
ROVIGO - Lavoro, Polesine in controtendenza. E mentre in tutto il Veneto, e più in generale a livello nazionale, le assunzioni programmate aumentano, da noi, nel 2023, sono calate di oltre il 10% rispetto all’anno scorso, con 2.340 ingressi in meno nel mercato del lavoro e un numero di assunzioni attese che si ferma a quota 19.740. Tuttavia - lo segnala la Camera di Commercio - se confrontata con il 2019, la dinamica di quest’anno risulta positiva anche per le imprese rodigine con una crescita di richieste di figure professionali pari a oltre tremila unità (+19,3%).
Ma la metà delle figure richieste semplicemente non si trova. La difficoltà di reperimento dei profili è legata per il 33% ad una mancanza di candidati mentre per il 12% ad una preparazione inadeguata. I settori con più entrate sono i servizi (3.870), seguiti dal commercio (2.630), dal settore turistico (2.580), dalle altre industrie (2.530) e dalle industrie metalmeccaniche ed elettroniche (2.420).
Per quanto riguarda le figure professionali le più richieste, queste riguardano gli esercenti e gli addetti alle attività di ristorazione (2.340), personale non qualificato nei servizi di pulizia (1.630), personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci (1.410), addetti alle vendite (1.360) e i conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (1.290).
Anche per la provincia di Rovigo i titoli di studio più richiesti per l’istruzione terziaria sono quelli a indirizzo economico (370 delle assunzioni programmate), seguiti da quelli a indirizzo sanitario e paramedico (290) e da quelli a indirizzo insegnamento e formazione (260).
Per le richieste di diplomati le imprese ricercano soprattutto personale dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (1.520 entrate previste) mentre tra le qualifiche-diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla meccanica (1.820), alla logistica (1.140) e alla ristorazione (1.130).
Delle entrate programmate in provincia il 28,9% è destinato ai giovani fino a 29 anni. I settori che richiedono maggiormente figure giovanili sono il commercio (42%) e la filiera turistica (41%).
“Questa indagine è uno strumento importante per conoscere le esigenze delle nostre imprese e i profili richiesti - commenta il presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza - e per guidare le scelte dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Se l’andamento dell’occupazione nel settore privato quest’anno rimane positivo, nonostante condizioni economiche meno favorevoli nel secondo semestre, continua ad aumentare anche il mismatch occupazionale. Quasi la metà delle ricerche di personale è difficile da realizzare e risultano introvabili gli operai specializzati. E questo potrebbe provocare un rallentamento nella crescita economica di diversi settori nei prossimi anni. Come sistema camerale veneto stiamo mettendo in campo diverse iniziative per invertire questa tendenza, a partire dall’accompagnamento dei giovani al mondo del lavoro con l’orientamento scolastico”.
Le competenze digitali sono infatti ritenute molto importanti dalle imprese, soprattutto per i candidati con un'istruzione terziaria (al 69%), che sale al 77% nelle lauree a indirizzo economico, al 90% in ingegneria industriale e al 96% nel caso dell’indirizzo Ict degli Its Academy.
A tale indirizzo è associata anche l'importanza più elevata per le competenze relative alle “tecnologie 4.0 e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale” (67%) e all'utilizzo di metodi matematici e informatici (81%). La richiesta di competenze green è diffusa in modo omogeneo tra i diversi livelli formativi (intorno al 40% delle assunzioni), ma si supera il 50% nel caso del diploma turistico-alberghiero.
“E’ importante aiutare i giovani - conclude Pozza - a essere consapevoli delle dinamiche in atto e delle opportunità occupazionali e a scegliere il percorso più utile in un mondo del lavoro in trasformazione. Il nostro impegno è forte anche in tema di internazionalizzazione e di conoscenza dei mercati e delle relative opportunità, con un ruolo chiave della Camere di Commercio italiane all’estero”.
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