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AMBIENTE

Il 2023 classificato tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli in Italia

Salvan (Coldiretti): "Politica e istituzioni trovino coraggio, idee e risorse da mettere in campo per pensare al futuro"

Il 2023 classificato tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli in Italia

La siccità mette il Po in secca

ROVIGO - Anno dopo anno, si accumulano record negativi riguardo ai dati climatici: il 2023, recentemente concluso, ha registrato temperature medie più elevate e anomalie nella piovosità rispetto alla media storica. Questi eventi si inseriscono in un contesto di crisi climatiche che nel nostro paese hanno generato alluvioni, grandinate e altri eventi estremi nel corso dell'anno precedente.

Per quanto riguarda il Veneto, i dati di Anbi Veneto indicano che nell'anno idrologico da ottobre 2022 a settembre 2023 sono caduti circa 997 mm di precipitazioni, contro una media storica (1994-2022) di 1.114 mm. Gli apporti idrici risultano quindi inferiori alla media di circa -10%, quantificabili in circa 18.362 milioni di m3 di acqua. Questi dati evidenziano la persistenza della grave siccità già iniziata nel periodo tra il 2021 e il 2022, con le falde acquifere che mantengono livelli critici, segnalando la necessità di un'attenzione costante a questa fondamentale risorsa.

Inoltre, le temperature medie registrate in tutto il Veneto indicano un aumento delle temperature minime (+1,8°C) e massime (+1,1°C) in inverno rispetto alla media storica, con conseguenze sull'anticipato scioglimento della riserva nivale. Coldiretti prevede che il 2023 sarà classificato tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli in Italia, consolidando una tendenza che comprende gli anni 2022, 2018, 2015, 2014, 2019 e 2020.

"Il clima che cambia, gli eventi atmosferici devastanti i relativi danni economici raccontano di un 2023 a tratti tragico – commenta Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo –. Sono state colpite intere popolazioni e inevitabilmente sono state coinvolte anche le aziende agricole. La lotta alla crisi climatica è da fare in ogni singola casa e in ogni piccola comunità, cominciamo, per esempio, a consumare locale, premiamo la fedeltà con il produttore vicino a casa, apprezziamo di più la stagionalità anziché cercare a tutti i costi un prodotto alimentare dimenticando il costo ambientale che comporta trasportare, per esempio, un frutto da una parte all'altra del mondo. La nostra agricoltura di eccellenza non manca di nulla. 

Coldiretti è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici, chiedendo alle istituzioni di sostenere l'agricoltura 4.0 e 5.0, investendo in soluzioni innovative come droni, robot e satelliti, oltre a promuovere la genetica green non-Ogm. "Servono, infine, investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di invasi che possano raccogliere l'acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno. E questo non perché sia una teoria astratta, ma perché è una tendenza confermata dai dati e dai modelli previsionali: come ha affermato recentemente il professor Marco Marani, responsabile del Centro studi sugli impatti dei Cambiamenti climatici dell'Università di Padova che si trova a Rovigo, dobbiamo progettare e realizzare oggi le opere che serviranno nel 2100, pensando al clima che sarà allora, con un aumento delle precipitazioni estreme tra il 20 e il 40%. La politica e le istituzioni trovino ora il coraggio, le idee e le risorse da mettere in campo per pensare al futuro - conclude Salvan -, oltre che alle candidature per le prossime elezioni; la nostra organizzazione è pronta a questa sfida ora come nel passato, proponendo soluzioni e prospettive".

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