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Economia
18.01.2024 - 10:09
ROVIGO - Nei giorni scorsi a Roma si è svolta l'assemblea nazionale di Turismo Verde Cia, durante la quale sono stati presentati dati incoraggianti riguardo alla crescita degli agriturismi nel Polesine. Dopo l'era della pandemia, questo settore ha registrato una crescita media annua del 2%, portando il totale delle strutture a 62. Attualmente, il comparto agrituristico della provincia vale oltre 3 milioni di euro all'anno, con previsioni di ulteriore aumento.
Secondo Cia Rovigo, a seguito della pandemia, c'è una crescente richiesta di un contatto più stretto con la natura, soprattutto durante momenti conviviali. "Non solo - sottolinea -. Le famiglie sembrano aver riscoperto la genuinità dei prodotti tipici, dietro ai quali esiste tutta una storia da raccontare. I clienti, in ultima analisi, cercano emozioni e suggestioni".
Le feste di Natale hanno fatto registrare il "sold out" in quasi tutte le strutture. E stanno già cominciando a fioccare le prenotazioni per il giorno di Pasqua, domenica 31 marzo, e per il ponte lungo che va dal 25 al 28 aprile.
"I numeri delle festività ci fanno ben sperare – commenta Renato Maggiolo, referente di Turismo Verde Cia Rovigo – Siamo chiamati ad intercettare questa crescente domanda offrendo un servizio di elevata qualità". Da qui in avanti, aggiunge, "il compito sarà rafforzare il posizionamento delle attività agrituristiche. Occorre, inoltre, continuare ad investire nella formazione, coinvolgendo sia gli Istituti alberghieri che quelli agrari, considerata la carenza cronica di personale, e rafforzare l'impegno nella comunicazione esterna e nelle fiere di settore".
I risultati ottenuti, dunque, vanno consolidati. "Gli agriturismi – precisa il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini – rappresentano il vero pilastro del turismo rurale. Quest'ultimo comprende tutte quelle attività riconducibili ad una vacanza, o ad un'uscita fuori porta, esperienziale".
Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. La Pac, Politica agricola comune, presenta ancora degli evidenti limiti: il settore è frenato da troppa burocrazia. "Necessari degli specifici incentivi Ue – osserva Faccini – finalizzati a rafforzare l'offerta agrituristica all'interno della programmazione di sviluppo rurale e per attivare progetti integrati alla promozione del territorio, anche con i Gal, Gruppi di azione locale".
Infine, "bisogna portare all'80% gli aiuti del Psr, Programma di sviluppo rurale, che per gli agriturismi sono attualmente fermi al 50% in conto capitale".
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