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Dialogo e concertazione per affrontare le sfide dell'agricoltura

La posizione di Confagricoltura Rovigo sull'agitazione del settore in Europa

Dialogo e concertazione per affrontare le sfide dell'agricoltura

ROVIGO - La protesta degli agricoltori autonomi, giunta in Italia dopo essere partita dalla Germania, ha scatenato un acceso dibattito sulle politiche agricole dell'Unione Europea e sulle misure di sostegno all'agricoltura. Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo, ha dichiarato che, pur comprendendo le ragioni alla base della marcia dei trattori, ritiene che il dialogo e la concertazione con le istituzioni siano più utili per ottenere risultati concreti.

La posizione di Confagricoltura Rovigo è stata espressa durante il direttivo dell'associazione, al quale ha partecipato anche il senatore Bartolomeo Amidei. Durante l'incontro, Ballani e il direttore Massimo Chiarelli hanno presentato al parlamentare le problematiche che stanno causando il malcontento tra gli agricoltori, manifestatosi nelle proteste degli ultimi giorni.

"Comprendiamo, come abbiamo detto al senatore Amidei, il malumore degli agricoltori che stanno scendendo in piazza – sottolinea Lauro Ballani -, ma noi riteniamo che per ottenere risultati servano unità tra le associazioni agricole e dialogo a tutti i livelli con le istituzioni. Il ministro Lollobrigida, come ha riferito il senatore, ha dato disponibilità a costituire tavoli di concertazione per attutire misure, come quelle della Legge finanziaria, che stanno creando parecchi problemi alle aziende agricole. Parliamo, ad esempio, della mancata proroga dell'esenzione Irpef sui redditi dominicale e agrario dei terreni agricoli, che si auguriamo venga ripristinata nel decreto Milleproroghe. Ma anche dell'incertezza dei contributi delle polizze assicurative, per i quali chiediamo tempistiche più certe. O delle agevolazioni legate al gasolio agricolo, che dovrebbero scomparire dal 2026: un punto molto importante su cui bisogna ragionare da subito, perché tutti i macchinari innovativi acquistati grazie agli incentivi vanno a gasolio e, senza agevolazioni, sarà difficile far fronte alle spese legate al funzionamento".

La Pac (Politica Agricola Comune) dell'Unione Europea è stata indicata come un punto critico, soprattutto per le imposizioni che potrebbero compromettere la competitività del settore agricolo italiano. "Il mondo agricolo può accettare la sfida di andare verso la sostenibilità, ma deve esserci la sicurezza di poter produrre per restare competitivi sul mercato – spiega Ballani -. Se ci impongono di mettere a riposo il 4 per cento dei terreni non andiamo certamente verso l'autosufficienza, parola a lungo invocata durante la pandemia e all'indomani del conflitto in Ucraina, quando tutti i politici chiesero ad alta voce di coltivare i terreni incolti in Italia, pari a un milione di ettari. Dobbiamo, purtroppo, constatare che l'agricoltura viene messa al centro dell'attenzione quando accadono le emergenze, come quando riempivamo gli scaffali di verdura, frutta e carne ai tempi del Covid. Ma quando tutto passa, il settore primario torna nelle retrovie".

Le richieste di Confagricoltura sono di "riallineare la Pac alla situazione socioeconomica attuale, consentendo di aumentare le produzioni e di permettere l'utilizzo di adeguati strumenti che consentano una difesa efficace delle colture – conclude il presidente -. Bisogna cambiare orientamento rispetto agli ultimi anni, che hanno visto l'imposizione di prodotti come la carne sintetica e la farina di grillo, sperando che con le prossime elezioni europee ci sia un cambiamento di governance che ci permetta di produrre in maniera più serena e con regole meno penalizzanti".

 

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