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"Gaffeo si dimette, ma le domande rimangono"

Il commento del Pd. "Rovigo merita risposte"

"Gaffeo si dimette, ma le domande rimangono"

ROVIGO - Le dimissioni dell'ex sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, non sono sufficienti a chiudere il capitolo delle molte questioni irrisolte che gravano sulla sua breve gestione.

"I cittadini meritano una risposta sulla chiusura delle piscine, sulla fallimentare strategia che ha portato alla privatizzazione di Iras, sugli attacchi sconsiderati a società partecipate in salute che offrono servizi e benefici economici alla città - commenta il segretario del Circolo del PD di Rovigo, Giacomo Prandini -. Un sindaco responsabile non avrebbe rinunciato ad un consiglio comunale dedicato al polo natatorio, anche a seguito di dimissioni. Prendiamo atto, ancora una volta, dell’assenza totale di volontà di confrontarsi. Ricordiamo al sindaco e a tutta la sua giunta che la nostra era una posizione di garanzia: avremmo votato tutti gli atti benefici per la città. Lo hanno ribadito il direttivo ed il gruppo consiliare del circolo comunale del Partito Democratico, all’unanimità dei presenti. Chi ha voluto staccare la spina a Gaffeo è stato solo Gaffeo. E chiediamo: a che pro? Forse per evitare una commissione di inchiesta?. Questi mesi servivano a fare chiarezza e superare i problemi creati dall’assenza di condivisione. A cercare di recuperare i cocci lasciati al mondo dello sport e di rispondere ai disagi di chi necessita di servizi sociali e sanitari essenziali come quelli di Iras. Forse però l’amministrazione Gaffeo non aveva più frecce nella faretra: possiamo solo dirci rammaricati dal fatto di non essere stati adeguatamente coinvolti in una gestione cittadina che avrebbe solo potuto beneficiarne.

Infine, si critica il tentativo del sindaco di sviare l'attenzione dai problemi, attribuendo responsabilità a terzi anziché a se stesso. "In realtà, la guida di questa città è sempre stata in mano sua e del suo ristrettissimo gruppo di conoscenti. Ci dispiaciamo di questo sprezzo per la città. Ci dispiaciamo anche che la sua preoccupazione sia stata quella di dare le dimissioni a favore di telecamera. Il tutto mentre atleti, associazioni, utenti e lavoratori restano appesi a un filo.

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