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Caffé Dec

Diritto all'oblio, la faccia "social" della privacy

Ai microfoni di Delta Radio parla il professor Giovanni Cinà

ROVIGO - Diritto all’oblio, ovvero il diritto a essere dimenticati nella società tecnologica. Se ne è discusso nell’ultima puntata di Caffé Dec, il format radiofonico di Delta Radio con i docenti di diritto dell’economia dell’Università di Padova della sede decentrata di Rovigo. Ieri il professore di diritto comparato Giovanni Cinà ha affrontato un argomento di grande attualità.
“Il diritto all’oblio è l’altra faccia della medaglia del diritto alla privacy, il diritto che nasce con la concezione di essere lasciati soli - premette Cinà - Consiste nel diritto a essere dimenticati nella società tecnologica ma è opportuno ricordare che non è un diritto alla cancellazione del passato ma perlopiù al riappropriarsi del presente. Riguarda soprattutto persone che in passato hanno subito una condanna anche per reati molto gravi. E’ fondamentale chiedersi quando e a quali condizioni un fatto di cronaca torna a essere un fatto privato. Il fatto di cronaca deve essere diffuso e divulgato per il diritto alla cronaca, che deve essere esercitato a determinate condizioni come la verità del fatto, l’utilità sociale e la continenza espositiva”.
La notizia pubblicata sul web da un certo punto di vista è incancellabile “ma a certe condizioni chi ha subito una condanna e ha scontato la pena ha il diritto che la notizia non venga più ripubblicata”. Per il diritto all’oblio spesso arrivano richieste di cancellazione di notizie pubblicate…
La rete non perdona e non dimentica, ognuno è responsabile per ciò che è nel suo dominio e nella sua competenza. Alcuni fatti tornano privati perché si affievolisce l’interesse pubblico alla loro conoscenza, per altri, come crimini gravi che devono essere ricordati affinché non si commettano più, l’interesse pubblico permane. Ci sono fatti che dalla cronaca passano alla storia e altri per cui l’interesse pubblico svanisce ma può riaffiorare: tra questi principalmente casi di condannati che hanno scontato la pena e una volta scontata vengono condannati di nuovo per reati simili o uguali. Tra questi il caso di Angelo Izzo, tra gli autori del massacro del Circeo che ha commesso un delitto analogo tanti anni dopo”.
Il diritto all’oblio è cambiato soprattutto con l’arrivo dei social e di internet. Quando la notizia veniva stampata unicamente sul giornale cartaceo dopo la circolazione rimaneva solo sugli archivi del giornale. Si arriverà mai a normare la gestione del web?

Il diritto all’oblio trova una base legislativa nell’articolo 17 del gdpr, il regolamento europeo in materia di privacy, dove è previsto il diritto alla cancellazione di alcuni dati che si declina principalmente ai motori di ricerca. Ai motori di ricerca si chiede la de-indicizzazione e quindi di fare in modo che alla ricerca del nome o del fatto di cronaca non compaiano i risultati ricercati. Quei risultati però permangono nelle fonti originali, le notizie non compaiono come risultati di ricerca ma rimangono nell’archivi dei quotidiani. È giusto che restino perché si parla di fatti accaduti, quando i fatti non sono più notizia si affievolisce la loro diffusione”.

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