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01.02.2024 - 12:14
ROVIGO - Si intensificano le attività in vista della 27a edizione del festival "Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty", che si terrà a Rovigo dal 19 al 21 luglio 2024. Il momento clou del festival sarà l'assegnazione dei prestigiosi Premi Amnesty International Italia nelle sezioni Big ed Emergenti.
Premi Amnesty International Italia - Sezione Big: Per questa sezione, entro il 20 febbraio 2024, è possibile segnalare brani che siano stati pubblicati tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023. I brani devono essere interpretati da artisti italiani noti e devono trattare temi legati alla Dichiarazione universale dei diritti umani. Le segnalazioni possono essere inviate all'indirizzo email info@vociperlaliberta.it. Maggiori informazioni sulla storia del premio sono disponibili su www.vociperlaliberta.it/premio-amnesty-italia.
Premi Amnesty International Italia - Sezione Emergenti: Per la sezione Emergenti, è aperto il bando di concorso per la nuova edizione. Cantautori e band possono partecipare presentando un brano sui diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e di qualsiasi genere musicale. La scadenza del bando è fissata per lunedì 8 aprile, ma le iscrizioni entro lunedì 4 marzo offrono l'opportunità di partecipare al "Premio dei giovani di Amnesty", selezionando uno degli otto semifinalisti. Il bando e ulteriori dettagli sono disponibili su www.vociperlaliberta.it/premio-amnesty-emergenti/.
Molti premi saranno assegnati, inclusa la produzione di un video per il brano vincitore. È appena uscito il video della band vincitrice dell'edizione precedente, Cenere, con il brano "Chi lo decide chi siamo?". Il video, realizzato grazie alla vittoria del Premio Amnesty International Italia sezione Emergenti nel 2023, è disponibile sul canale YouTube della band: https://youtu.be/jqXSqEfxYLM?feature=shared.
"Il videoclip si apre con una sequenza di spot TV anni 80, montata in stile zapping, che evidenzia i messaggi macisti presenti nelle pubblicità di giochi per bambini, in cui troviamo maschi guerrieri e femmine relegate al ruolo di cuoche o madri. Sono passati 44 anni e forse i messaggi non sono più altrettanto espliciti ma c'è ancora tanto da fare e da cambiare - dicono gli autori - . Il soggetto, pensato inizialmente come una sfilata di diversi personaggi travestiti da eroi, militari, astronauti e bambole in un bizzarro collage di ruoli, si è trasformato strada facendo in un'esperienza reale. Tramite il passaparola tra amici e conoscenti, il gruppo ha invitato sul set persone vere, con professioni o hobby non convenzionali e gli ha chiesto di sfilare sulle tre passerelle, interpretando loro stesse nella più totale spontaneità. Abbiamo così una sequenza di personalità che aggiungono verità a quanto si vuole raccontare. Il suono secco di un martello a chiusura del video richiama quello del martelletto di un giudice, come una provocazione a giudicare i personaggi in scena, rivendicando invece la loro totale libertà personale ed espressiva".
Il nostro genere determina ancora il nostro futuro e le nostre scelte? Viviamo ancora in un mondo in cui i maschi in quanto maschi devono essere forti e coraggiosi e le femmine carine e premurose? Quanto siamo liberi di sviluppare la nostra vera identità se la società ci impone di ricoprire ruoli blindati sin da piccoli? "Chi lo decide chi siamo?" nasce da questi interrogativi.
Sarah Fornito, autrice, frontgirl e chitarrista del gruppo spiega: "L'idea alla base del set nasce diversi anni fa, ispirata da un vecchio gioco, 'Gira la moda'. Aveva tre cerchi concentrici e ognuno di essi ti permetteva di scegliere una testa, un busto o le gambe, che si potevano ruotare e mixare per creare tanti personaggi e altrettanti look. Ho ragionato su questa divisione in tre parti e l'ho ricreata on stage, reinterpretandola con tre pedane che simboleggiano razionalità, il cuore e l'istinto, rispettivamente in verde, rosso e viola, al centro a sinistra e a destra. Questi tre elementi caratterizzano ogni individuo appartenente alla categoria umana e si contaminano sconfinando l'uno nell'altro, delineando i contorni delle nostre identità, che non sono lineari e immobili, ma sfumate e in continuo mutamento".
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