VOCE
CAFFE' DEC
06.02.2024 - 12:52
ROVIGO - Fine vita: il Consiglio regionale veneto ha bocciato la proposta di legge che tendeva a disciplinare il suicidio assistito. Il tema, che recentemente ha fatto molto discutere la politica veneta, è stato trattato nell’ultima puntata di Caffè Dec con il professor Filippo Viglione, docente di diritto comparato dell’università di Padova.
Che cosa prevedeva la proposta di legge regionale sul fine vita e cosa è successo in consiglio regionale?
“Nel consiglio regionale del Veneto è stata discussa una proposta di legge di iniziativa popolare che tendeva a disciplinare l’aiuto medico a morire, regolandone tempi e modalità di esercizio. Il tema è molto delicato ed è considerato tra i più “divisivi” dalla nostra classe politica: dispiace, ma non stupisce, che anche nel consiglio regionale veneto non si sia arrivati ad una scelta condivisa sulla proposta di legge, che è stata rinviata in commissione a causa del voto contrario di molti consiglieri di maggioranza, ma anche dell’astensione di una consigliera del Pd”.
Secondo il nostro ordinamento, a quali condizioni una persona malata può esercitare il suo diritto al suicidio assistito?
“L’aiuto medico a morire è considerato legittimo a seguito di una decisione della Corte costituzionale del 2019, che ha previsto quattro presupposti: il paziente deve avere una patologia irreversibile; la patologia deve essere tale da produrre una sofferenza fisica o psicologica che la persona reputi insopportabile; il paziente deve essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale; deve essere infine capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Al momento manca però una legge al riguardo, che pure è stata più volte sollecitata dalla Corte costituzionale. Dal 2019 ad oggi non si è riusciti ad arrivare ad una legge nazionale sul tema, circostanza che dimostra una incapacità della classe politica di rispondere ai bisogni concreti dei cittadini. È un tema che riguarda i principi fondamentali di autodeterminazione e di dignità della persona: alla base c’è una richiesta di aiuto e di accompagnamento dignitoso alla morte, richiesta che non dovrebbe essere ignorata”.
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