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LA PROTESTA

"Un salario giusto per chi lavora nei campi"

La presa di posizione dei sindacati di categoria

"Un salario giusto per chi lavora nei campi"

Un contratto di lavoro che, a livello locale, tarda ad arrivare. E’ questa la scintilla che ha innescato la protesta unitaria delle sigle Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, in rappresentanza dei lavoratori in agricoltura che, in Polesine, sono circa 8.000, il 90% dei quali ha un contratto a tempo determinato. Così ieri mattina in piazza Vittorio Emanuele, sotto ad un sole cocente e sul liston incandescente ha preso il via la protesta per quelli che i rappresentanti sindacali definiscono “ritardi inaccettabili nel proseguo delle trattative per il rinnovo del contratto provinciale e per la posizione espressa da Confagricoltura, Cia e Coldiretti sul tema del salario”.

Sotto ad un gazebo bianco e davanti ad un campionario di frutta e verdura “made in Polesine”, Mirko Cavallini di Uila Uil Ferrara e Rovigo, Stefano Laurenti di Fai Cisl Padova Rovigo e Dario Pitacco di Flai Cgil Rovigo hanno spiegato le ragioni della mobilitazione. Ragioni che prendono le mosse dall’accordo nazionale dello scorso 27 ottobre “che ha definito - hanno spiegato - ai fini del recupero differenziale inflattivo, un incremento del 3,5% da applicare ai salari contrattuali territoriali, al quale andrà sommato l’aumento salariale che sarà definito a livello provinciale”.

La trattativa locale, però, non ha fatto progressi e questo fa agitare lo spettro di situazioni poco chiare e trasparenti che, nel mondo dell’agricoltura, si traducono nel rischio di sfruttamento e caporalato: “Lo stallo - proseguono - dimostra che le associazioni datoriali non vogliono riconoscere aumenti salariali congrui e maggiori diritti e tutele ai lavoratori. Non può esserci un prodotto di qualità se questo non è accompagnato da un lavoro di qualità, giustamente retribuito”.

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