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Concessioni e direttiva europea<br/>un convegno sulle vie d'uscita

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La direttiva Bolkestein rischia di affossare il sistema di piccola impresa che da caratterizza i nostri arenili. Di questo problema si è parlato ieri al convegno organizzato da Confcommercio.
La direttiva Bolkestein rischia di affossare il sistema di piccola impresa a carattere famigliare che da sempre caratterizza i nostri arenili. Con esa le concessione demaniali sono destinate a finire all’asta. Facile capire perché i balneari al solo sentire quel nome vanno su tutte le furie. Di questo, in sostanza, e della battaglia in corso per ottenere una proroga a lunga scadenza delle concessioni si è parlato nel corso di un convegno organizzato da Confcommercio Rovigo al Centro Congressi di Rosolina mare, presenti il presidente nazione del Sib (Sindacato italiano balneari), Riccardo Borgo, l’assessore regionale alle Attività economiche, Isi Coppola e il senatore Bartolomeo Amidei. A fare gli onori di casa Ferdinando Ferro, presidente del Cob di Rosolina, il sindaco Franco Vitale e la presidente provinciale di Confcommercio, Elena Grandi.
Il dibatto è stato scandito da un leit motive: è arrivato il momento di passare dalla protesta alla proposta. “Il balneare polesano - ha raccontato Ferro - è sostanzialmente diverso rispetto ad altri operatori per le peculiarità ambientali del nostro territorio. Noi abbiamo avuto fiducia nello Stato, e abbiamo investito moltissimo sull’arenile, per poi scoprire che le garanzie per il rinnovo automatico delle concessioni non c’era più... La proroga delle concessioni serve subito, perché quello che impone l’Unione Europea porterebbe alla fine delle imprese balneari come le conosciamo”.
”Come Regione - è stata la conclusione di Isi Coppola - lo avevamo previsto e temevamo di arrivare al 2015 nella più totale incertezza. Si parla di Bolkestein, di una direttiva difficile da recepire in tema di turismo ma anche di commercio. Ma è una direttiva con cui bisogna fare i conti: non ci sono scuse da parte del governo per non prendere una decisione. Non si accettano rinvii. Di certo, come Veneto non saremo per nulla tolleranti verso una legge di cui nessuno voglia assumersi la paternità".
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