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Il Parco unico è sul filo del rasoio

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Disegno di legge a rischio per le dimissioni di Renzi. Attesa per l'approvazione della Camera, poi la palla passerà alle due regioni coinvolte e infine al consiglio dei ministri.
Il parco unico interregionale è appeso a un filo. Tutto dipende da cosa si deciderà a Roma in questi giorni. Con le dimissioni presentate lunedì scorso da Matteo Renzi, infatti, l’iter del disegno di legge sulla governance dei parchi rischia seriamente di concludersi in un nulla di fatto.



Il testo, approvato dal Senato il 10 novembre, prevede tra le altre cose l’istituzione del parco unico interregionale del Delta del Po, condiviso tra Veneto ed Emilia Romagna. Ora è in attesa dell’approvazione definitiva da parte della Camera, ma con il terremoto politico di questi giorni, quel via libera potrebbe non arrivare mai.



“A causa del famoso ping pong tra Camera e Senato ora un altro disegno di legge rischia di saltare - dichiara il deputato del Partito democratico Diego Crivellari - Con la crisi in atto, per ora è tutto congelato. Il disegno di legge avrebbe avuto ancora un lungo percorso davanti: dopo l’approvazione alla Camera, dovevano esprimere il loro parere le due regioni e poi il testo sarebbe approdato al consiglio dei ministri".



"Credo proprio che invece si fermerà qui - afferma il deputato polesano - anche se bisognerà vedere che tipo di governo ci sarà ora e da che maggioranza sarà sostenuto. E’ troppo preso per esprimere un giudizio”.



Tra le ipotesi che si sentono in questi giorni infatti, c’è anche quella di un governo tecnico retto da Dario Franceschini, l’attuale ministro ai Beni Culturali, originario di Ferrara e figura che ha avuto un ruolo importante nel disegno di legge. In questo caso, secondo il commissario del Parco del Delta Mauro Viti - la legge avrebbe ancora una speranza di andare in porto.


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