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Maxischermo spento da mesi, un "buco nero" per il Comune

Taglio di Po

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Il tabellone luminoso era stato acquistato a rate per i Mondiali del 2010 e usato poi a scopo pubblicitario. Adesso è spento e rimetterlo in funzione è quasi impossibile.
Un maxischermo che fa discutere. Non solo perché da mesi è ormai spento e nell'arredo urbano assomiglia a un grosso neo, ma soprattutto perché è costato un occhio della testa alle casse di Taglio di Po senza portare grandi vantaggi.



Il tabellone luminoso aveva fatto al sua comparsa in città nel 2010, in occasione dei mondiali di calcio. Il Comune aveva deciso di istallarlo in piazza per permettere ai tanti appassionati di seguire le imprese della nazionale. terminati i mondiali l'intenzione era quella di riutilizzarlo a scopo pubblicitario.



Per acquistarlo l'amministrazione di centrodestra guidata all'epoca da Marco Ferro aveva concordato con il Monte Paschi di Siena il pagamento di rate di 1.200 euro per una durata di 60 mesi. Costo complessivo: 72mila euro.



Sulla carta il progetto non faceva una piega, ma in realtà le cose sono andate diversamente. Nel 2012 la giunta di centro sinistra guidata da Francesco Siviero smontò il tabellone luminoso rimasto inutilizzato. Dopo qualche mese di deposito, il maxischermo venne riposizionato in via Kennedy e rimesso in funzione grazie a un appalto.



Ma proprio adesso che il tabellone è finalmente proprietà del Comune, ha smesso di funzionare, forse perché ormai è già avanti con gli anni, ma pare che già al momento dell'acquisto non si trattasse di un prodotto all'avanguardia. Difficile, quindi, pensare a un recupero sia per motivi tecnici sia per i costi.



E mentre infuriano le polemiche, il tabellone resta lì, come monito agli amministratori: un buco nero di forma rettangolare che ha risucchiato un bel po' di soldi dalle casse comunali.

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