La politica contro le trivellazioni, ma deciderà la burocrazia

La politica si schiera contro le trivellazioni in Alto Adriatico, ma potrà fare ben poco: sarà tutto affidato alla burocrazia e alle leggi che regolano le estrazioni.



Così Cristiano Corazzari, assessore regionale della giunta Zaia, all'indomani della richiesta della società “PoValley Operation” di avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale per la messa in produzione del giacimento “Teodorico”, ribadisce la linea della Regione Veneto a questo proposito: totale contrarietà.



“Reiterare la possibilità di estrarre idrocarburi nell’Alto Adriatico significa mettere a repentaglio la sicurezza idraulica di tutto il nostro territorio e della sua gente - sottolinea Corazzari - e per quanto ci possano essere benefici economici dall’estrazione, i costi che pagheremo sono certamente superiori. Ricordo che ancora oggi paghiamo quelle delle estrazioni partite nel Dopoguerra. I Consorzi di bonifica in primis, costretti a spendere milioni di euro per tenere asciutto il territorio. E’ un impatto, quello dell’estrazione degli idrocarburi, che dobbiamo considerare quando si fanno queste valutazioni”.



La posizione del deputato Pd polesano, Diego Crivellari, è in linea con quella di Corazzari. “Dobbiamo vigilare su questa vicenda - le sue parole - interpelleremo Regione e ministeri competenti, dobbiamo ricordare che il Polesine ha già pagato un caro prezzo alla subsidenza, che non possiamo più barattare con altro".



E pure il sindaco di Taglio di Po, Francesco Siviero, non nasconde la sua preoccupazione: "Valuteremo il progetto appena potremo farlo. Ma di sicuro la nostra posizione è sfavorevole, negativa, di estrema critica. Prima di esprimere un commento più definito occorre studiare le carte ed approfondire l’argomento, ma la cosa è seria".



Il servizio completo in edicola nella Voce di giovedì 16 febbraio