Siviero ha le mani legate sui profughi, scrive al prefetto

La situazione è di quelle che lasciano senza vie di scampo. La prefettura può prendere accordi con i privati a prescindere dall'avallo o dalla disapprovazione del primo cittadino.

Il prefetto - lo ha già fatto all'hotel Lory di Ficarolo, poi ha battuto in ritirata - può addirittura requisire, la struttura.

Quindi il sindaco Francesco Siviero si gioca l’ultima carta. E chiede al prefetto Enrico Caterino di intervenire in un incontro pubblico, un confronto con i cittadini. Detta altrimenti: “Metticela tu la faccia”.

Anche perché i cittadini di Taglio di Po sono inviperiti. “Quei richiedenti asilo dotati di smartphone e ben vestiti non ce li vogliamo a Taglio di Po”, fanno sapere i militanti di Tagliolese pulita.

L’incontro richiesto ieri da Siviero a Caterino ha carattere di urgenza, per “valutare la sostenibilità” del progetto di accogliere all’Hotel Mancin una cinquantina di profughi.

E propone la data di lunedì 17 luglio. Aldilà della formula di rito, la posizione del sindaco è netta e la sua preoccupazione palpabile: prima di calare sul territorio un numero così rilevante di richiedenti asilo è opportuno che la prefettura spieghi il progetto direttamente e nei dettagli all’amministrazione comunale e ai tagliolesi e, soprattutto, ne ascolti, a sua volta, le opinioni.

L’accordo tra ufficio territoriale di Governo e privati (in questo caso un consorzio di imprese) che offrono la loro disponibilità ad ospitare richiedenti asilo, come si sa, bypassa completamente i Comuni che si trovano loro malgrado poi a gestire convivenze difficili, paure e comprensibili contrarietà dei cittadini.


Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di domani 11 luglio