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Appalto per i lavori sul Po, indagati Gambato e i vertici di Xodo costruzioni

L'inchiesta

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Gian Michele Gambato

Lavori a Cà Cappello: la Finanza acquisisce i documenti relativi agli appalti. Fra gli indagati il legale rappresentante di Sistemi territoriali (e presidente di Confindustria), Gian Michele Gambato.
Questa volta nel mirino della Procura della Repubblica di Rovigo e della Guardia di Finanza, ci sono finiti nomi illustri.



A partire da quello del direttore e legale rappresentante di Sistemi Territoriali, e presidente di Confindustria di Venezia-Rovigo, Gian Michele Gambato.



Al centro delle indagini l'ampliamento del bacino di evoluzione del Po di Levante, a Cà Cappello, nel comune di Porto Viro: un lavoro affidato da Sistemi Territoriali come stazione appaltante, e che gode di finanziamenti sia della Regione che dello Stato per circa 1,5 milioni di euro (ovvero il costo complessivo dell'opera appaltata).



Il cantiere, affidato alla Xodo costruzioni di Porto Viro, prevede lo spostamento dell'argine del Po di Levante in modo da ampliare il bacino per facilitare il transito delle imbarcazioni.



Il reato ipotizzato dal pm che segue l'inchiesta è quello di "Frode nell'esecuzione dei contratti di pubbliche forniture". E in base a questa ipotesi di reato nelle scorse settimane le Fiamme Gialle hanno proceduto ad una serie di perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni di Gambato e dei vertici di Xodo costruzioni (il titolare Emilio Xodo e Pierluigi Panizzo) oltre che nella sede di Sistemi territoriali.


Le perquisizioni - ovvero l'acquisizione del materiale documentale ritenuto necessario dal pm per il prosieguo delle indagini - sono state accompagnate, come prevede la normativa, dalla comunicazione dell'iscrizione nel registro degli indagati.



A questa inchiesta la Procura di Rovigo sarebbe arrivata partendo da un altro filone d'indagine (vecchio di circa un anno e mezzo) in cui sarebbero stati coinvolti imprenditori e politici. Un'inchiesta che però - stando alle indiscrezioni - si starebbe avviando alla conclusione senza che i diretti interessati, pur iscritti nel registro degli indagati, siano stati mai raggiunti dagli avvisi di garanzia. In questo caso si sarebbe indagato per corruzione autoriciclaggio in seguito ad alcuni esposti in tema di urbanistica ed edilizia privata.





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