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Palpeggiata dall'amico di papà

Ariano nel Polesine

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A processo un ex poliziotto, accusato di violenza sessuale sulla figlia minorenne dell'amico carabiniere. Lui ha negato tutto, dicendo che la ragazza si è inventata la storia per ripicca.
E’ una storia di violenza e di amicizia tradita quella che ieri mattina ( 7 dicembre) è entrata nel vivo davanti al Collegio del Tribunale di Rovigo. Alla sbarra degli imputati si trova G.R. un 60enne ex poliziotto accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina, minorenne all’epoca dei fatti, e figlia dell’amico carabiniere.



Il 29 aprile del 2015 la ragazza sarebbe andata ad Ariano nel Polesine, a casa dello “zio” per scegliere un tatuaggio da farsi. Ma, secondo la ricostruzione fornita dall’accusa, mentre saliva le scale il 60enne le avrebbe messo una mano sul sedere.



E una volta davanti allo schermo le avrebbe mostrato dei video porno in cui una coppia praticava sesso orale, chiedendole di fare altrettanto. Una richiesta che non si sarebbe limitata soltanto alle parole: il 60enne avrebbe toccato anche il seno e le parti intime della ragazza, accompagnando queste “carezze” non gradite con dei baci sul collo.



Ma ieri in aula l’ex poliziotto ha negato tutto, sostenendo che la ragazza si sarebbe inventata la storia per ripicca. Qualche giorno prima lei gli avrebbe raccontato di un rapporto sessuale avuto con un ragazzo conosciuto in piscina, episodio che lui aveva riferito alla madre. Ma alla ragazza non sarebbe andato giù il fatto che lui avesse spifferato l’accaduto.



Una vicenda delicatissima, che ieri in aula ha acceso gli animi tanto da far sospendere l’udienza per una decina di minuti. La prossima udienza è fissata per il 1° febbraio, quando verranno sentiti i testimoni della difesa.

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