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Carezze hard alla figlia dell’amico

La sentenza

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Ex poliziotto condannato a 2 anni per violenza sessuale a una minorenne. La ragazzina era andata da lui per scegliere un tatuaggio. Ma lui le aveva fatto proposte erotiche.
E’ una storia di violenza e di amicizia tradita quella su cui oggi pomeriggio è calato il sipario, con una condanna a 2 anni, pena sospesa, per un ex poliziotto. Sul 60enne gravava la pesante accusa di violenza sessuale nei confronti di una minore. E la vittima non era una ragazzina qualunque, ma la figlia dell’amico carabiniere. I rapporti tra i due erano talmente stretti che per l’adolescente l’imputato era quasi uno zio a cui chiedere consigli e con cui confidarsi.



Era quello che pensava di fare anche il 29 aprile del 2015, quando era andata a casa sua per scegliere quale tatuaggio farsi. Ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, sulle scale era accaduta una cosa che la ragazzina non avrebbe mai pensato potesse succedere. L’amico di papà le aveva messo una mano sul sedere. E una volta davanti allo schermo le avrebbe mostrato dei video porno in cui una coppia praticava sesso orale, chiedendole di fare altrettanto.



Una richiesta che non si sarebbe limitata soltanto alle parole: il 60enne avrebbe toccato anche il seno e le parti intime della ragazza, accompagnando queste “carezze” non gradite con dei baci sul collo. Una ricostruzione che l’ex poliziotto, interrogato nell’udienza di dicembre, aveva negato, sostenendo che la ragazza si sarebbe inventata la storia per ripicca. Qualche giorno prima lei gli avrebbe raccontato di un rapporto sessuale avuto con un ragazzo conosciuto in piscina, episodio che lui aveva riferito alla madre. Alla ragazza non sarebbe andato giù il fatto che lui avesse spifferato l’accaduto.



Ma la versione dell’imputato non ha convinto il Collegio del Tribunale di Rovigo, che oggi pomeriggio ha letto una sentenza di condanna a 2 anni, pena sospesa, ridimensionando notevolmente la pena di 5 anni chiesta dal pm per una violenza che, oltre ad aver violato l’intimità della ragazza, ha compromesso irrimediabilmente i rapporti tra due famiglie.



“L’ho accolto in casa come un fratello”, aveva dichiarato il padre della ragazza nell’udienza precedente. E in quelle parole oltre al rammarico della fiducia tradita e al dolore del genitore c’era anche l’indignazione per la divisa disonorata dall’ex amico.

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