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Scoppia la faida tra i cacciatori

La lettera

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Due appassionati trovano la barca sfasciata e accusano i “colleghi” di Scardovari. “Abbiamo visto reati di tutte le sorti, non abbiamo mai detto niente. Adesso basta” scrivono le vittime.
Vendette e ripicche fra cacciatori nella sacca del Canarin. L’episodio successo qualche giorno fa sembra rientrare a pieno titolo in questo cupo capitolo di storia del Delta. A denunciare l’accaduto, attraverso una lettera aperta indirizzata ai cacciatori di Scardovari sono due persone che da 32 anni scelgono questa località deltina per riempire il loro carniere un paio di volte l’anno.



Ma che qualche giorno fa hanno trovato una spiacevole sorpresa: la loro barca era stata fatta a pezzi. I sospetti dei due cacciatori ospiti sono subito ricaduti sui colleghi della zona, che a loro avviso mal tolleravano la loro presenza nonostante i due “intrusi” sostengano di essersi sempre appostati in zone in cui non c’era nessun altro per non disturbare.



“Abbiamo visto reati di tutte le sorti - scrivono nella lettera firmata - non abbiamo mai detto niente. Adesso è finita”. “Essendo attivisti dell’amministrazione provinciale di Rovigo - proseguono - abbiamo parlato con l’ufficio di Polizia provinciale e nella prossima stagione venatoria accompagneremo noi le guardie così tutti i reati penali che commettete li pagherete”.



La lista di accuse è piuttosto lunga e va dall’utilizzo di richiami acustici vietati dalla legge all’uccisione di specie protette, senza dimenticare l’impiego di armi prive di fermo e gli appostamenti di caccia allestiti nel cuore del Parco del Delta, nonostante i divieti. “Nei prossimi giorni contatteremo i carabinieri forestali - promettono i due cacciatori, ora privi della barca con cui raggiungevano le loro postazioni di tiro - esporremo loro i fatti e verremo insieme a loro altre volte”.



In attesa di beccare i cacciatori di frodo con le mani nel sacco, le due vittime del danneggiamento hanno sporto denuncia in questura per l’episodio della barca, a cui promettono di rispondere rompendo gli indugi e rivelando alle forze dell’ordine i misfatti dei cacciatori di Scardovari. “Vi assicuriamo che avete mosso un vespaio” - scrivono. E le loro parole hanno il tono risoluto di una profezia.

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