VOCE
CORONAVIRUS IN ITALIA
10.05.2020 - 14:01
Non tutti i genitori possono restare a casa a badare ai propri figli e, con le scuole chiuse per l’emergenza Coronavirus, la situazione non è facile da gestire. Per andare incontro alle esigenze di padri e madri a cui il congedo parentale dei Dpcm e il bonus baby-sitter non sono sufficienti, tre paesi piemontesi hanno avviato una sperimentazione per la riapertura delle scuole. La campanella suonerà alle 8 di martedì 12 maggio: i bambini potranno tornare in classe e restarci fino alle 18 del pomeriggio.
Sono arrivate le adesioni dei genitori di 36 alunni di età compresa tra i 3 e i 10 anni. A Borgosesia, Quarona e Varallo Sesia le aule di tre istituti scolastici riapriranno seguendo un rigido protocollo di sicurezza. Massimo quattro alunni per classe nelle scuole dell’infanzia, cinque per le primarie. Tutto il personale deve indossare la mascherina, le aule saranno areate per dieci minuti ogni ora e i bambini dovranno alzarsi per lavarsi le mani una volta all’ora. In bagno non più di un alunno alla volta.
I genitori che hanno aderito al progetto e gli assistenti che si prenderanno cura dei bambini saranno sottoposti a test sierologici. E ancora: saranno garantiti circa cinque metri quadrati di spazio a bambino e più volte nell’arco della giornata ci sarà la rilevazione della temperatura. Ogni 24 ore, invece, i locali utilizzati per il progetto, approvato dalla giunta regionale, saranno sanificati.
Per il progetto, il costo da corrispondere alla cooperativa è di 10 euro al giorno per dieci ore di assistenza ai bambini. Il pasto, che non potrà essere portato da casa per esigenze sanitarie, costerà invece 5 euro e sarà preparato in porzioni monodose dal centro, che già prima del lockdown riforniva la mensa scolastica.
Gli assistenti della cooperativa seguiranno lo svolgimento dei compiti e delle lezioni online dei bambini, i quali dovranno portarsi da casa un proprio computer o un tablet. Il progetto durerà fino alla chiusura dell’anno scolastico, il 12 giugno, e partirà martedì invece di lunedì perché c’è bisogno del tempo per sottoporre a test sierologico tutto il personale che prenderà parte alla sperimentazione.
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