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TRIBUNALE

Perseguita l’amante, la moglie lo difende

Condannato a due anni un giovane albanese. La moglie in aula lo difende

L’imputato: “Sono gay. Non è reato”

Due anni. Questa la pena, per atti persecutori, alla quale il tribunale ha condannato ieri un giovane albanese, con sospensione condizionale. La vittima sarebbe l’amante, oggetto di chiamate continue, aggressioni verbali e fisiche anche sul luogo di lavoro. In aula, nel corso del procedimento, ha deposto anche la moglie dell’uomo, difendendolo e spiegando che la amante non avrebbe, comunque, mai troncato la relazione. “E’ vero - la risposta di lei - ma perché sono succube psicologicamente”.

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