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LA GRANDE PROTESTA

In 400 urlano: "Vogliamo riaprire subito!"

Cartelli e rabbia: dopo la manifestazione in piazza, il corteo sul Corso del Popolo

Prima in piazza, in 400 - secondo la questura - esasperati, a gridare “vergogna” alla direzione del Comune di Rovigo, perché simbolo delle istituzioni, perché qualcuno ascolti la loro disperazione. Poi in marcia lungo corso del Popolo, buia, con i locali chiusi, i tavolini spogli della solita vitalità, in silenzio, come in un corteo funebre. Solo davanti al Bar Crimi, già pronto per fare asporto, hanno cominciato a urlare: “Vogliamo uno spritz, vogliamo uno spritz” e a battere le mani.

Una folla così arrabbiata, arrivata anche dal Basso Polesine e da Adria di ristoratori, centri sportivi e di fitness, piscine, bar e gente della cultura, agenzie di viaggio non si era vista ancora a Rovigo dall’inizio del primo lockdown. Segno che la misura è colma.

“Tu ci chiudi, tu ci paghi”, si leggeva in uno striscione, e ancora: “Il nuoto è salute”, o “non sono attività necessaria”. Mentre ogni tanto il coro “Libertà, libertà, libertà”, animava i manifestanti. In segno di solidarietà i consiglieri d’opposizione Michele Aretusini, il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli e Valeria Mantovan, con una delegazione di Fratelli d’Italia, l’ex vicesindaco Andrea Bimbatti.

Gli assessori Patrizio Bernardinello con il vicesindaco Roberto Tovo e il presidente del consiglio comunale Nadia Romeo hanno incontrato una delegazione dei manifestanti per le varie categorie. “I problemi della città - ha detto Bernardinello - sono problemi nostri e cercheremo delle soluzioni”.

Nadia Baratella del bar Coghetto, signora sempre discreta ha lanciato un appello a tutti quelli che anche in conseguenza del Dpcm si sono ritirati in casa: “Venite fuori, siamo pronti per accogliervi, abbiamo fatto tutto per essere sicuri. Rodigini uscite”. Un appello disperato.

Pizzoli anche in qualità di consigliere provinciale ha espresso solidarietà: “Hanno chiuso le attività senza pianificazione che doveva essere fatta durante questi mesi. Ci aspettiamo dal governo misure concrete economiche per i nostri commercianti”. Mantovani ha aggiunto: “Non è stato giusto chiudere senza fare differenze tra chi era in grado di far rispettare le distanze e le misure e chi no”.

Sono arrivati in divisa gli istruttori di una palestra di Rovigo. “E’ sempre emozionante e una cosa molto importante per noi sentire la solidarietà - spiega Federico Masiero - Anche da parte di chi ha la fortuna di lavorare. Perché questo è un disagio comune, è una catena. Ci siamo impegnati tanto per seguire tutte le direttive e dopo 5 mesi ci richiudono. E’ assurdo e questa sarà la prima di una serie di manifestazioni che partiranno in tutto il Veneto”.

Conosce bene Rovigo e osserva con attenzione la piazza Andrea Bimbatti, vice commissario provinciale di Forza Italia: “Vedere la provincia in piazza, una piazza che fa fatica a esporsi in generale, è segno che la misura è colma. Sono provvedimenti qualunquisti e senza logica. Questo senza voler negare l’esistenza di un problema sanitario evidente. Dobbiamo unirci come centrodestra per fare una battaglia comune nazionale non di colore politico”.

Aretusini della Lega commenda: “Queste misure del Dpcm non possono reputarsi tali, se non sono accompagnate da ristori. Attendiamo di capire a quanto ammonteranno e come verranno elargiti. Anche a Rovigo l’amministrazione ha risorse importanti, 700mila euro. Non perda ancora tempo a metterle a disposizione di commercianti della città”.

Rovigo è una provincia tranquilla, ma questa sera, a capo delle forze dell’ordine, a seguire la manifestazione, il corteo dalla piazza a corso del popolo, e di nuovo in piazza c’era anche Raffaele Cavallo, il questore. Uno che ha seguito gli scontri tra Ventimiglia e Bardonecchia, nel periodo caldo dei confini con la Francia per l’immigrazione. E anche questo è segno che la misura è colma.

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Commenti all'articolo

  • Diego

    26 Ottobre 2020 - 21:57

    Sono peggio della mafia! Almeno la mafia campa su chi tiene aperto. Questi vogliono campare sui debiti di chi vorrebbe tenere aperto.

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