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ROVIGO

"Vogliamo lavorare!": esplode la protesta della piazza contro il Dpcm

In centinaia hanno risposto all'appello social, per chiedere tutela e dignità

In centinaia hanno manifestato in piazza Vittorio Emanuele, a Rovigo, nella serata di lunedì 26 ottobre, per chiedere di potere lavorare, di potersi guadagnare quella dignità, frutto della fatica, che è prevista espressamente dal nostro ordinamento. La chiamata a raccolta via social, scattata dopo l'annuncio del nuovo Dpcm, con misure molto severe, ha funzionato.

Sono arrivati i titolari di palestre e piscine, chiuse, baristi e ristoratori, con chiusura anticipata alle 18, ma anche tanti cittadini che sostengono questa protesta. Tanti cartelli e un grido che si è alzato dalla folla: "Fateci riaprire, vogliamo lavorare". Numerose le obiezioni sollevate dai presenti: la coerenza e la funzionalità di queste misure, rispetto ad altri settori che, invece, rimangono operativi; ma anche l'effettività dei ristori che dovranno arrivare, immediatamente a quanto ha detto il premier Conte nell'annuncio in diretta alla nazione domenica. E, anche, la profonda umiliazione di chi ha messo tutto se stesso nella propria impresa e ora si sente definire "attività non essenziale".

Tanti cartelli, tanti volantini, per ribadire concetti semplici e chiari: che il virus non fa distinzioni e, quindi, non si capisce perché ne debba fare il governo, penalizzando, appunto, alcune categorie a danno di altre. Una protesta che è stata la prima, ma potrebbe non essere l'ultima. Pare che altri centri, anche di minori dimensioni rispetto a Rovigo, si stiano organizzando.

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