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ROVIGO

Volevano persino arrestarlo. Ma l'ex comandante Tesoro non ha fatto nulla

Assoluzione piena da parte del Tribunale

Tesoro resta alla guida dei vigili

Volevano persino arrestarlo. Per varie volte, la Procura, in ogni grado di giudizio, ha domandato una misura cautelare, i domiciliari, a carico dell'ex comandante dei vigili urbani Giovanni Tesoro, 66 anni. Sempre, i giudici non solo hanno rigettato questa richiesta, ma hanno avanzato anche pesantissime riserve sulle accuse ipotizzate a suo carico e sulle fondamenta stesse delle indagini. Arrivando persino, e non è scontato, nella fase delle indagini preliminari, a smontare buona parte delle ipotesi della Procura. Alcune di queste ipotesi erano poi già cadute in fase di udienza preliminare. Nella serata di giovedì 3 dicembre, sono cadute tutte. Assoluzione piena.

Tesoro non ha mai - ha sancito il collegio - prodotto false attestazioni per la sua presenza in servizio. Al comando, questo, lo sapevano più o meno tutti. Magari, stava al lavoro più del dovuto, questo sì, ma non è ancora reato. Tesoro non ha mai utilizzato per scopi personali le auto di servizio. Tesoro non si è reso responsabile di peculato, per avere "osato" apporre una password sul telefonino di servizio, assegnato esclusivamente a lui. Erano queste le contestazioni. Ci sono voluti cinque anni per arrivare a questa sentenza.

Cinque anni e, nel mezzo, uno spostamento, dal "suo" comando. "Suo" perché Tesoro era arrivato, era stato assunto per questo. Per fare il comandante della polizia locale, alla luce della sua esperienza, della sua qualifica. Non era arrivato per fare "il dirigente", ma per fare "il comandante dei vigili". Lo hanno spostato ai Servizi sociali, sino alla pensione. Dopo che aveva rifondato la polizia locale, trasformandola in un corpo moderno e professionalizzato, dopo avere istituito una eccellenza come il polo per lo studio del falso documentale, al quale si appoggiano le Procure di mezza Italia; dopo avere risolto alcuni problemi annosi e mai affrontati, come quello degli irregolari alla Fiera. Dopo essere andato a verificare se le sistemazioni nelle quali venivano accolti i profughi fossero o meno in regola e dignitose.

Tutto molto bello, ma poi era arrivata la "rotazione dei dirigenti". E non era più stato il capo dei vigili. Ora, viene assolto da tutto. Da tutto. Dopo una lunga indagine e un lungo processo, tutto innescato da una lettera anonima che il Comune neppuer aveva portato in Procura. Limitandosi a chiedere a Tesoro chiarimenti. Tesoro mandò la lettera, contro di lui, che lo accusava delle peggiori cose, come è emerso dalla sentenza evidentemente non vere, in Procura. Come dire: "Indagatemi pure".

Assolto anche Michele Fioretto, dirigente della polizia di Stato, accusato di avere fatto uscire un documento dalla questura. Condannato a otto mesi un secondo vigile urbano, per l'uso dell'auto di servizio. Un caso che non c'entra nulla con le accuse a Tesoro.

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