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IL CASO

Critica la ministra Azzolina, il preside di Vo' sotto inchiesta disciplinare

Contestati sedici post su Facebook. Il dirigente ha scritto alla ministra: "Un attacco vile alla libertà d'espressione"

Critica la ministra Azzolina, il preside di Vo' sotto inchiesta disciplinare

foto Repubblica

Ha scritto sedici post  su Facebook, critici nei confronti della scuola di questa stagione. Uno, in particolare, definiva la ministra Lucia Azzolina "una che ci crede, ma è debole". Ora il dirigente scolastico di Vo', il centro della pandemia veneta di fine febbraio, è sotto istruttoria disciplinare. Dopo una doppia segnalazione dei dirigenti del Dipartimento Istruzione del ministero, la responsabile dell'Ufficio procedimenti disciplinari di Venezia, Mirella Nappa, domenica scorsa gli ha inviato una lettera dura aprendo il procedimento sanzionatorio - come riporta La Repubblica.

Alfonso D'Ambrosio dirige dal 2019 l'Istituto comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo', il paese in provincia di Padova che ha conosciuto la prima vittima per Covid

Si legge nelle sei pagine di accusa: "Nei confronti dell'Amministrazione cui lei appartiene ha compiuto, in maniera reiterata e con carattere di particolare gravità, atti non conformi alle proprie responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione". Tre sono i capi d'accusa, formulati ora dal provveditorato del Veneto: violazione dei principi di leale collaborazione; violazione del Codice di comportamento dei pubblici dipendenti; violazione dell'articolo 26 del Contratto di lavoro. 

D'Ambrosio, sinceramente scosso, ha scritto di getto una lettera alla ministra dell'Istruzione: "Ho dedicato la mia vita a costruire una scuola che sia a misura di bambino", ha fatto sapere ad Azzolina, "basata sulle buone relazioni, sul benessere. Ho sempre dato tanto. Non si contano le ore insonni, il tempo perso, persino i soldi spesi per comprare strumenti agli alunni che ne hanno bisogno. Questa contestazione è una pietra enorme sulla mia vita. Ho sempre cercato di portare avanti il dialogo, anche sulla mia pagina social e lo faccio senza offendere mai nessuno. Cara ministra, io nella scuola ci credo e ho sempre portato rispetto per i miei superiori. Ma, mi permetta, considero questo gesto un atto vile, un attacco alla libertà di espressione. Volete la morte di un uomo? Ci siete riusciti. Il mio numero lo ha, e per questo mi appello alla sua clemenza".

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Commenti all'articolo

  • Carlomix

    24 Dicembre 2020 - 06:39

    Non sono affatto d’accordo con la linea assunta dal quotidiano: il preside è in una posizione totalmente indifendibile a mio parere. Può avere tutti i meriti di questo mondo, ma a nessun dipendente è consentito di esprimere pubblicamente valutazioni foss’anchero positive sull’operato dei propri superiori, quello possono farlo solo le relative organizzazioni sindacali. Fra l’altro leggo che non si è trattato di uno scivolone isolato ma di ben 16 post... e dai toni apocalittici della sua reazione si ha la conferma che il personaggio sembri essere andato fuori controllo, insistendo a non percepire l’esatta dimensione della vicenda, visto che sollecita nuovamente il plauso della platea social... Un dipendente deve badare a fare bene il proprio lavoro e basta, se non è d’accordo su qualcosa deve scrivere, firmare e protocollare, o andare dai sindacati o dal giudice del lavoro. E se un suo insegnante avesse scritto di lui su Facebook che “fa quasi tenerezza”, come l’avrebbe presa?!

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