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#IoApro: in Polesine la protesta è un flop

Adesione praticamente nulla, controlli costanti, nessuna multa e molte prese di distanza

#IoApro: in Polesine la protesta è un flop

Un vero e proprio flop, in Polesine, la protesta e mobilitazione "#IoApro", che invitava gli esercenti di bar, ristoranti, locali e luoghi di somministrazione in genere a "sfidare" i Dpcm e ad aprire, servendo i clienti all'interno, contrariamente alle norme in vigore. L'adesione, infatti, è stata quasi nulla e, anche laddove arrivata - due sono i casi noti - non ha prodotto alcuna violazione di rilievo. I clienti, insomma, hanno evidentemente preferito evitare di andare a cercarsi multe. In alcuni casi sono stati gli stessi esercenti a prospettare loro questa possibilità, con grande onestà intellettuale.

E' il caso di Silvia Napolitano, titolare del risotrante Bbq Steak House di Porto Viro, che ha aperto, manifestando solidarietà con l'iniziativa, ma, ai potenziali clienti che annunciavano via telefono il proprio arrivo, ha spiegato che sarebbero stati multati, in caso di controllo, con tutti i passi indietro conseguenti. A Boara Polesine, invece, il Vanilla Caffé di Pamela Zagato, come aveva annunciato sulla stampa, ha aperto alla somministrazione, ma l'afflusso di clienti non è stato ingente e gli stessi controlli delle forze dell'ordine non hanno evidenziato alcuna irregolarità.

Per il resto, gli esercenti hanno scelto di aderire all'invito delle associazioni di categoria, che chiedevano di non passare dalla parte del torto e di non esporre la clientela alle conseguenze di una multa. Alcuni, sia ad Adria che nel capoluogo, hanno voluto manifestare il proprio sostegno alle ragioni alla base della protesta, accendendo le luci all'interno del proprio locale e restando all'interno, ma evitando ogni apertura o somministrazione. 

Da parte delle forze dell'ordine, un grande impegno nel controllare tutto il territorio provinciale, nell'ambito di un servizio coordinato dal commissario Alessandro Coltro, della questura di Rovigo. Come sempre, nel corso di questa difficile emergenza sanitaria, le forze dell'ordine - polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale - hanno in primo luogo privilegiato il dialogo, a volte anche l'ascolto degli sfoghi, comprensibili, degli esercenti, domandando il rispetto della legalità, come in effetti avvenuto.

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