ROVIGO
10/02/2021 - 18:12
Prima, una breve e intensa cerimonia in piazzale Palatucci, dove sorge il monumento intitolato al poliziotto che non salvò se stesso per salvare gli altri. Giovanni Palatucci, reggente della questura di Fiume, salvò numerosi ebrei dalla persecuzione razziale, sino a quando, scoperto, venne deportato nel lager di Dachau, nel quale trovò la morte, ad appena 36 anni, il 10 febbraio del 1945.
Così, in sua memoria, oggi il personale della questura, il comitato Palatucci, guidato da Flavio Ambroglini, la prefetta, il questore, varie associazioni d'Arma e autorità, hanno voluto raccogliersi di fronte al monumento che, in Commenda, di fronte all'ex ospedale Maddalena, onora e immortala il sacrificio dell'uomo e del poliziotto. A impartire una simbolica benedizione, è stato don Gianni Vettorello, il cappellano della polizia di Stato. Ci si è quindi spostati alla nuova questura di Rovigo, dove è stata scoperta una targa intitolata al martire, di fronte a un alberello piantato proprio in sua memoria.
In questura, una cerimonia solenne, con raggruppato sul piazzale esterno tutto il personale, in divisa, compresi i massimi dirigenti. Il questore Raffaele Cavallo e la prefetta Maddalena De Luca hanno reso omaggio a Palatucci, scoprendo la targa che ne immortala il sacrificio. Un momento estremamente intenso, che ha conferito un significato particolare alla ricorrenza di quest'anno. A fianco della targa, come detto, un albero, piantato e intitolato proprio al poliziotto che, come ha ricordato il questore, ebbe il coraggio di fare una scelta, in quel momento storico, tutt'altro che scontata. Pagandola con la vita.
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