VOCE
Il caso
10.04.2018 - 08:29
“La mia ragazza è stata investita da uno scooter che porta le pizze a domicilio e ha una scapola fratturata. Corrono troppo, cosa aspettiamo a fermarli? Manca solo il morto”.
La protesta arriva direttamente da un 51enne la cui ragazza, giovedì scorso, era stata investita, in viale Oroboni, da un giovane alla guida di un motociclo utilizzato per portare le pizze da asporto.
“Erano le 18.30 - racconta l’uomo - la mia compagna era in bicicletta e arrivava dalla chiesa di San Bortolo, si era fermata ai lati della strada, indicando che doveva svoltare, per andare a casa sua. Per questo, le auto si sono fermate lasciandola passare. Ad un certo punto, però, uno dei ragazzi che trasportano le pizze con il motorino ha superato le auto ferme e l’ha centrata in pieno. Il giovane si è fermato per soccorrerla, ma lei ha riportato botte dappertutto e una scapola fratturata”.
Sul posto era arrivata anche un’ambulanza. “E’ stata salvata dallo zainetto che aveva addosso, altrimenti avrebbe sbattuto la testa per terra e sarebbe finita peggio”. Per la donna, una 53enne rodigina, una prognosi di cinque settimane a causa della scapola destra rotta, con una frattura scomposta. “Il giorno dopo, venerdì - aggiunge l’uomo - siamo andati dai vigili urbani”.
Ma non è l’unico episodio di cui racconta il 51enne. “Non bastasse, domenica sera ho rischiato io di essere investito nella stessa zona”. Erano le 21 e stavolta è stato il 51enne a rischiare. “Ero in via Baroni, una laterale di via Oroboni - racconta - due scooter che portano le pizza stavano arrivando ad alta velocità. C’era buio, erano in due: uno, quello più indietro, aveva i fanali spenti. Ho intimato di accendere i fanali e di andare piano: per tutta risposta uno di loro mi ha alzato il dito medio. E mi ha anche mancato per poco. Insomma, non se ne può proprio più”.
Il 51enne ha davvero preso una grosso spavento: “Devono andare più piano e rispettare il codice della strada. Per di più uno aveva i fari spenti. Aspettiamo che ci scappi il morto? Se domenica sera c’erano dei bambini o degli anziani, come sarebbe andata a finire?”.
Il servizio sulla Voce del 10 aprile
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