Stalking al nipote, dopo la violenza sessuale

In seguito all’inchiesta sugli abusi sessuali sul nipotino che andava ancora alla materna, finita poi con una condanna in primo grado a otto anni per violenza sessuale, nonno e mamma erano stati allontanati dal bambino (la donna era stata dichiarata decaduta dalla patria potestà).

Ma i due - nonostante il divieto di avvicinarsi al piccolo affidato al papà - avevano continuato a fare le poste davanti alla scuola, o al parco davanti all’argine.

Per questi episodi nonno e mamma, lui, E. B. 66 anni, lei B. B, 35 anni, sono ora a processo per stalking, in una vicenda familiare e processuale che sembra non avere fine.

Attorno alla vicenda dei gravissimi abusi sessuali, si sono innestati altri episodi di lesioni (questa volta nei confronti del nonno) e di stalkin, appunto. Stamattina 18 aprile, davanti al giudice Raffaele Belvederi, ha parlato il padre del piccolo, di 43 anni, che ora vive con il bambino di 10 anni.

“Abbiamo dovuto cambiare città, scuola, abitudini - ha sottolineato - Gli altri genitori in seguito a questi appostamenti e comportamenti violenti, mi chiedevano di non portare più il bambino a giocare”.

E ancora: “Il bambino era irrequieto, pauroso, vedeva le persone e si nascondeva sotto la sedia”. L’uomo si è costituito parte civile con l’avvocato Anna Osti, mentre il nonno e la mamma sono difesi dall’avvocato Giampietro Berti. L’udienza, in cui sono stati sentiti anche l’autista del pulmino che portava il piccolo a scuola e a casa e altre persone che erano in contatto con la famiglia, è stata aggiornata al prossimo 25 luglio.