VOCE
Badia Polesine
03.08.2018 - 20:43
La minoranza è preoccupata per la conservazione de “L’ultima cena”, la tela del Bonsignori
I tempi per il completamento del restauro del museo Baruffaldi saranno più lunghi del previsto. E’ questa la situazione odierna dello stato dei lavori, ribadita dal sindaco Giovanni Rossi durante l’ultimo consiglio comunale. “Per quanto riguarda il museo, la situazione si è rivelata complessa a causa dello stato dei solai – ha specificato il primo cittadino chiamato a rispondere dal gruppo Adesso Badia – questo non ci ha permesso di completare il progetto iniziale”.
Nessun problema, invece, dovrebbe esserci per i finanziamenti ottenuti: “La corrispondenza con il Ministero è proficua – ha precisato il sindaco - ci è stato chiesto un quadro economico per dimostrare che i due finanziamenti siano complementari: il primo riguarderà la parte statica mentre il secondo le finiture”. Rassicurazioni sono state date anche per quanto concerne le proroghe necessarie al completamento dei lavori: “C’è un’ampia possibilità di proroga da parte della Regione fino al secondo semestre del 2019, ed anche la Fondazione Balzan ci ha concesso di completare il trasferimento della quadreria al museo per tutto il 2019, ed eventualmente sono aperti ad altre proroghe”.
Allo stesso tempo, il gruppo Adesso Badia comincia a preoccuparsi per il futuro dell’opera “Ultima Cena” di Girolamo Bonsignori, tela del XVI secolo di dimensioni notevoli, tuttora conservata all’interno del museo nonostante i lavori, proprio a “causa” della sua grandezza. “In qualità di consigliere comunale del gruppo Adesso Badia ho effettuato un sopralluogo a Palazzo Ex Monte dei Pegni – fa sapere Idana Casarotto - nella speranza di far venir meno alcuni dubbi sulla salvaguardia della tela ma purtroppo la situazione trovata li ha confermati. Un olio su tela ha la necessità che vengano rispettati determinati parametri per la sua salvaguardia, come il controllo della temperatura e dell’umidità. Attualmente la tela è stata imballata in una scatola lignea costruita da una ditta specializzata del settore ma lasciata nella stessa sala del museo dove per tanti anni è stata, gli impianti di aerazione e riscaldamento sono già scollegati e non c’è modo di monitorare e contrastare adeguatamente i cambi di temperatura”.
Il caldo di questo periodo e il freddo che arriverà preoccupano la minoranza circa lo stato di conservazione dell’opera: “In che condizione si troverà la tela quando a fine lavori si riaprirà la scatola?” è la domanda che si pone il gruppo consigliare.
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