L'emergenza
31/10/2018 - 19:50
Settantacinquemila persona completamente a secco già da quasi 30 ore. Sono questi i due numeri dell’emergenza idrica che, da martedì pomeriggio sta mettendo in ginocchio il cuore del Polesine: Rovigo, con tutte le sue frazioni, e otto comuni del circondario urbano, Costa, Villamarzana, Arquà, Bosaro, Pontecchio, Ceregnano, Villadose e San Martino.
Un’area in cui vivono, appunto, 74.500 persone circa che - salvo rare eccezioni - sono rimaste completamente a secco dalle 15.15 di martedì pomeriggio. Dalle 18 l’erogazione è ripresa per ordine del prefetto, anche se l’acqua non è potabile, e non arriva ancora ovunque anche a causa del gran numero di persone che, in un colpo solo, ha aperto i rubinetti.
E molti, insomma, sono ancora a secco. Per avere l'acqua potabile, intanto, sono arrivate le cisterne. In città, al Censer e al piazzale della questura, e nei paesi.
Qui, però, fin da prima delle 18 si sono formate lunghe code, e le forze dell’ordine hanno vigilato sulla regolarità della distribuzione e - soprattutto - sul fatto che le persone in attesa mantenessero la calma. Alla fine tutto regolare, ma la protesta si è riversata sui social network, dove è esplosa la rabbia di tanti cittadini.
L’illusione della riattivazione, attesa alle 18 secondo le comunicazioni del primo pomeriggio, è durata solo poche ore, poi - quando anche passate le 18 il flusso dai rubinetti risultava estinto - i disagi sono diventati ancora più insopportabili.
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adriano tolomio
01 Novembre 2018 - 10:10
Sembra quasi una maledizione biblica: restare a secco, nonostante tutta l'acqua caduta dal cielo!
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