VOCE
Alto Polesine
31.10.2018 - 18:40
Legna e materiale galleggiante preoccupano l’Alto Polesine. Ma la piena del Po non fa paura: fino a oggi pomeriggio, l’acqua aveva appena iniziato ad invadere le golene.
Ma a destare preoccupazione è piuttosto la quantità di legna e di materiale vario che galleggia nel grande fiume e che, in balia della forte corrente, mette a serio rischio le chiatte e le imbarcazioni ormeggiate sulle rive.
Soltanto due giorni fa, martedì, il materiale trasportato dal fiume Adda ha addirittura fatto crollare un ponte pedonale nel comune di Pizzighettone (Cremona). Determinante è stata la pressione esercitata dal materiale che si è raccolto a ridosso dei piloni a causa della piena, che ha fatto cedere i piloni centrali. L’Adda, però, è il principale affluente del Po e tutti quei detriti, proprio domani, sono attesi nel tratto polesano del Po.
A preoccuparsi sono soprattutto i proprietari e i gestori dei numerosi attracchi fluviali che si trovano lungo il Po che hanno iniziato a turnarsi giorno e notte per presidiare le chiatte e cercare di evitare che queste vere e proprie isole di legna possano mettere a repentaglio le strutture.
Oggi, però, la corrente ha tenuto il materiale sulla sponda destra del fiume: sulla riva polesana in molti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo anche se, di tanto in tanto, alcuni sono stati costretti a liberare i barconi dai grossi tronchi arrivati con la piena.
Ora tutto dipenderà dalle piogge che stanno continuando a scendere copiose in montagna: le previsioni non sono rassicuranti, ma lasciano pensare che anche i prossimi giorni, sul Po, saranno caratterizzati dal passaggio di una grande quantità di detriti. Inoltre, il livello dell’acqua dovrebbe salire ancora di un paio di metri nelle prossime ore, e questo potrebbe aggravare la situazione.
Sono in molti a sottolineare un altro aspetto importante di questa vicenda: il Po continua a spingere i suoi detriti che quando trovano un ostacolo ovviamente si fermano. E se l’ostacolo è artificiale, come lo sono i piloni dei ponte che già non godono di ottima salute, si appoggiano e restano lì, rappresentando un ulteriore pericolo.
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