VOCE
Partito Democratico
14.01.2019 - 19:59
Non si può nemmeno dire che il Pd esplode, perché con tempi sempre più ravvicinati i dem polesani indossano i guantoni per darsele di santa ragione. Un partito diviso quasi su tutto da tempo. Ora anche su alleanze e lista per l’elezione del consiglio provinciale. Dopo la scelta dei sindaci dem di non seguire le direttive della direzione, peraltro disertata da molti big favorevoli al listone provinciale, il Pd polesano è sempre più una polveriera. Sabato scorso, poi, la miccia è stata accesa dalla scelta di mettere ai voti, in direzione, le due proposte (lista di centrosinistra o accordo col centrodestra), facendo così risaltare plasticamente le divisioni e mettendo in imbarazzo i sostenitori delle due linee.
Ora è l’area Romeo ad attaccare la scelta dei sindaci di fare una lista con Lega e Fi, mandando all’aria l’idea di un schieramento di centrosinistra. La stessa Nadia Romeo, capogruppo dem a Rovigo dice che “la lista col centrodestra è un errore. Si arriva così ad un’alleanza con Lega e Forza Italia, cosa mai avvenuta prima. E si arriva al grottesco che l’opposizione al centrodestra è lasciata a Fratelli d’Italia, assurdo. Ora mi aspetto delle dimissioni da chi ha portato avanti una linea che la direzione aveva bocciato. O si vuol dire che la direzione del Pd non conta niente?”.
Il segretario provinciale Traniello Gradassi, invece, si sforza nel tenere assieme i cocci: “Siamo un partito che discute, mentre tutti gli altri sono guidati da un commissario esterno. La dialettica interna è spesso vivace, forse qualcosa non è andata al meglio nella indispensabile catena di trasmissione fra vertici del partito e i suoi amministratori”.
Ma il suo tentativo di smorzare l’incendio è subito neutralizzato da Nello Chendi, presidente della direzione, e storico componente dell’area Romeo. Ci va giù duro e dice: “La direzione provinciale del partito aveva dato altra indicazione al segretario provinciale, quindi chi si presenta nel listone non rappresenta il Pd, anzi, di fatto, si colloca fuori dal Pd in quanto ‘rappresentante della cooperativa dei 35’ ovvero di una struttura virtuale ed impolitica che dimostra sempre più di avere funzioni diverse dalla politica occupandosi solo di spartizione di potere”. Insomma un vero attacco ai sindaci dem.
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