VOCE
Il chiosco di piazza Merlin
26.03.2019 - 20:32
Destino segnato. Se entro metà aprile non si farà avanti qualcuno, con un’idea seria, per rilanciare il chiosco, l’ex bar sarà spazzato via da piazza Merlin e probabilmente con i soldi pubblici usciti dalle casse di palazzo Nodari.
Lo ha spiegato benissimo ieri il commissario prefettizio Nicola Izzo: “L’ordinanza di rimozione diventerà operativa attorno alla metà di aprile. Quando arriverà quel giorno vedremo come muoverci, di certo una struttura del genere non può rimanere in quel posto senza alcuna destinazione. Un chiosco chiuso in una piazza non ci può proprio stare. Se per quel giorno si sarà fatto avanti qualcuno con un progetto per dare nuova destinazione allora bene, altrimenti si procederà con la rimozione, fatti salvi, ovviamente i diritti di fare opposizione”.
Per l’abbattimento però i titolari hanno più volte fatto sapere di non avere le risorse per farlo. “In questo caso - ha continuato il commissario - ci penserà il Comune utilizzando fondi propri. E poi si cercherà il modo per recuperare la somma spesa dai titolari. Non posso dire che il tutto sarà completato dentro questa gestione commissariale, ma di sicuro ci sono norme e procedure che vanno rispettate”. E se non sarà il commissario prefettizio dovrà essere il futuro sindaco a gestire questa partita.
Ancora pochi giorni di sopravvivenza, quindi, per l’ex bar d piazza Merlin, a meno che nel giro di tre o quattro settimane non si faccia vivo qualcuno in grado di rilanciare la struttura. Il chiosco è giunto al giorno numero 282 dalla scadenza della concessione, il traguardo dell’anno è vicino, ma la rimozione potrebbe scattare prima di quella data. Resta il fatto che il Comune presto potrebbe dover aprire i propri forzieri per smantellare quello che per quasi 20 anni è stato il punto di ristoro principale di piazza Merlin. E non si parla di pochi euro, perché eliminare la struttura e rimettere in sesto la porzione di terreno sulla quale poggia, compresi i lavori sulla rete dei sottoservizi, potrebbe richiedere un costo che si aggira tra i 60 e gli 80mila euro. Una somma notevole che rischia di essere pagata dalla comunità rodigina. E tutto a causa della guerra che qualche politico, soprattutto componenti dell’amministrazione Bergamin, con Paolo Avezzù, Luigi Paulon e Renato Borgato su tutti, ha dichiarato al chiosco, facendo di tutto perché scompaia dalla geografia della città. I giorni di resistenza del chiosco sono 282, probabilmente arriveranno a 300, forse non a 365.
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