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IL CASO A ROVIGO

Bimba nata cerebrolesa: "Nessuna responsabilità delle ginecologhe"

La richiesta del procuratore generale in Cassazione. La sentenza attesa entro sera

"E' lecito dire che morirà presto"

La piccola Eleonora con Papa Francesco

Quella sentenza è da annullare. Lo ha detto il procuratore generale della Corte di Cassazione, nella mattinata di venerdì 29 marzo, chiudendo la propria discussione del processo di terzo e ultimo grado, penale, sulla vicenda che vide, nel dicembre del 2008, venire alla luce in ospedale a Rovigo, una bimba cerebrolesa. Secondo la tesi dell'accusa, e dei genitori della piccola, seguiti dall'avvocato di parte civile Mario Cicchetti, questo sarebbe avvenuto perché non si sarebbe praticato in tempo utile il cesareo, provocando quindi una asfissia del feto e i conseguenti danni cerebrali, con una invalidità al 100%.

Dopo una indagine passata anche per una richiesta di archiviazione, in primo grado era arrivata l'assoluzione per le due ginecologhe. In secondo grado, invece, la Corte di Appello di Venezia aveva dovuto giocoforza riconoscere la prescrizione, ma aveva comunque riconosciuto la penale responsabilità delle due ginecologhe. Una sentenza a sua volta impugnata, col radicamento del processo in Cassazione.

Sulla vicenda è aperto anche un versante civile, che ha visto in primo grado, il giudice di Rovigo disporre un risarcimento, in favore della famiglia della piccola, di circa 5 milioni. Anche questo verdetto è stato annullato e si è attualmente in Appello.

Nella mattinata del 29 marzo, il procuratore generale ha affermato che, a suo avviso, "il fatto non sussiste". Ha quindi concluso per l'annullamento della sentenza d'Appello, che invece, pur non potendo irrogare pene causa la prescrizione, aveva riconosciuto la penale responsabilità delle ginecologhe. La sentenza è prevista in serata.

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