VOCE
IL CASO
08.05.2019 - 15:54
L'ospedale di Rovigo Santa Maria della Misericordia
Rosanna Ventura si era spenta il 29 ottobre 2009 in ospeedale a Rovigo, per legionella. Ora, a 10 anni di distanza, arriva il risarcimento del danno da parte della Compagnia che assicurava per la responsabilità civile l’Azienda Ulss 5 Polesana (all’epoca dei fatti Ulss 18).
Secondo quanto ricostruito nel corso delle varie fasi del procedimento, passato anche attraverso una indagine penale, archiviata, Ventura veniva ricoverata presso la Divisione di Pneumologia dell’Ospedale di Rovigo alla fine del mese di settembre 2009 per febbre e dispnea ingravescenti. Dopo un primo periodo di degenza in cui venivano riscontrate prevalentemente toracoalgie in assenza di rialzo termico, dopo una quindicina di giorni dall’ingresso in struttura compariva una punta febbrile. La paziente veniva dunque posta in terapia antibiotica (che dopo qualche giorno veniva cambiata) e veniva sottoposta ad ulteriori esami.
Il 22 ottobre 2009 veniva trasferita nel Reparto di Rianimazione dove giungeva con diagnosi di insufficienza respiratoria da polmonite da Legionella. Le condizioni di salute della paziente continuavano così a peggiorare sino al 29 ottobre, quando ne veniva constatato il decesso.
"I familiari di Ventura, appurata la corrispondenza tra i profili genomici della Legionella Pneumophila isolata dai prelievi eseguiti sulla paziente e i profili genomici dei tre ceppi isolati dall’impianto idrico della Divisione di Pneumologia del Presidio Ospedaliero di Rovigo (proprio nella stanza dove era ricoverata la paziente), si sono battuti per ottenere il riconoscimento delle responsabilità della struttura sanitaria.
Il marito Giuliano Neodo e i figli Vanni, Katia e Diego Neodo, assistiti dall’avvocaro Giampietro Berti del Foro di Rovigo, avviavano quindi un giudizio civile avanti al Tribunale di Rovigo, giunto alla fase istruttoria con espletamento di consulenza tecnica d’ufficio, all’esito della quale – emersa la fondatezza della versione sempre sostenuta dai familiari di Ventura – l’azienda ospedaliera ha dato maggior impulso ad una trattativa rimasta sino a quel momento piuttosto "debole”.
Valutata la congruità dell’offerta, soprattutto per rispetto della memoria di Ventura, i familiari hanno accettato la proposta della Compagnia, comprensiva anche delle spese di intervento legale, e il giudizio si è dunque concluso in via transattiva. Il risarcimento sarebbe di circa 500mila euro.
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