VOCE
la mozione
10.05.2019 - 11:09
Patrizia Bartelle
"Un recentissimo dossier di Save the Children intitolato 'Le equilibriste – la maternità in Italia' tratteggia il profilo di un paese in cui, per una donna, la decisione di diventare madre è ancora troppo difficoltosa. Tra le principali cause emerge che il divario di genere nel mondo del lavoro è concetto duro da estirpare. Nelle famiglie con un figlio sono occupate il 62,2% delle madri rispetto all’89,2% dei padri e le cifre, per le sole donne, precipitano con l’aumentare dei figli: occupate solo il 52,6% delle madri rispetto al 89% dei padri se i figli sono due e il 39,7% delle madri rispetto all’82,8% se i figli sono tre o più. A ciò si aggiunga che in media la retribuzione annua lorda femminile è il 12,7% più bassa di quella maschile", così i consiglieri regionali veneti Patrizia Bartelle (Italia in Comune), Cristina Guarda (lista civica AMP) e Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) che aggiungono.
"Il Veneto presenta le maggiori criticità sul piano dei servizi per l’infanzia, Save the Children ha rilevato che nei nidi d’infanzia c’è posto per 30 bambini su 100 e che, comunque, un forte disincentivo all’utilizzo del servizio è dovuto alle rette troppo alte. Save the Children conclude il proprio dossier con sei raccomandazioni: la promozione di misure strutturali a sostegno della genitorialità; investimenti nella rete dei consultori familiari; garanzia che i servizi educativi, in particolare i nidi d’infanzia, siano un diritto di tutti; promozione del family audit, un sistema di certificazione per le aziende che promuovono e non discriminano la genitorialità; maggiori tutele per le lavoratrici; favorire un maggiore coinvolgimento degli uomini nella cura dei figli".
"Condividiamo in pieno l’analisi e i propositi di Save the Children - precisano Bartelle, Guarda e Ruzzante - così abbiamo deciso di presentare una mozione affinché il Consiglio Regionale Veneto impegni la Giunta ad attivarsi perché le raccomandazioni della Ong trovino piena e pronta applicazione nella nostra regione. Ci auguriamo che l’iniziativa sia replicata in tutte le regioni d’Italia e anche a livello nazionale, si tratta di concetti estremamente importanti soprattutto nell’attuale contesto storico nel quale assistiamo ad un malcelato ritorno di correnti oscurantiste che vorrebbero le donne fuori dal mondo del lavoro, ai margini della vita sociale e dedite esclusivamente alla cura della prole".
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