VOCE
IL CASO
20.05.2019 - 13:01
Arresto convalidato e disposizione della misura cautelare dell’obbligo di firma. Esce, quindi, dal carcere Deniss Panduru, 51 anni, l’autista romeno, residente in pieno centro a Rovigo, dello scuolabus capottato sui tornanti di Arquà Petrarca venerdì 17 maggio scorso (LEGGI ARTICOLO). Un caso che ha suscitato scalpore a livello nazionale. Il 51enne, infatti, dopo l’incidente, avrebbe aiutato i bimbi – nessuno dei quali per fortuna ferito seriamente - ad uscire dallo scuolabus, ma poi sarebbe scappato per i Colli, finendo bloccato dai carabinieri unicamente oltre due ore dopo, nella zona di Arquà Petrarca, dopo una fuga tra i boschi. Era stato quindi arrestato, dopo il fermo iniziale, con l’ipotesi di reato di essersi allontanato dalla scena di un incidente.
Un comportamento del quale ha cercato di dare una spiegazione nel corso dell’udienza di convalida di fronte al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rovigo Pietro Mondaini. Assieme al proprio avvocato, Monica Malagutti di Rovigo, avrebbe spiegato che subito dopo il ribaltamento ha aiutato, uno per uno, i bambini ad uscire, consegnando ad ognuno il proprio zaino. Poi, però, all’arrivo dei primi genitori dei bimbi dello scuolabus, accorsi sul posto una volta avuto notizia dell'incidente, la scena sarebbe ben presto cambiata.
Questo perché i genitori, comprensibilmente arrabbiati, ma anche preoccupati, si sarebbero rivolti a lui in dialetto veneto. Il 51enne non avrebbe capito e, quindi, si sarebbe spaventato, temendo di potere diventare oggetto di una ritorsione. “Ho temuto volessero linciarmi”, avrebbe detto al giudice, assieme al proprio difensore. Da qui la decisione di lasciare improvvisamente la zona dell'incidente. Ora, chiusa la fase della convalida, l'indagine passerà a Padova, dal momento che la zona di Arquà Petrarca non è di competenza della Procura di Rovigo. Lo è solo la zona di Este dove è scattato l'arresto.
Il caso, quindi, passa a Padova. Nel corso dell'udienza, Panduru avrebbe anche spiegato che non si ritiene colpevole del ribaltamento, dal momento che, ha affermato, lo scuolabus avrebbe avuto problemi. In particolare, il conducente avrebbe parlato di problemi allo sterzo, che avrebbero avuto una parte non banale nell'incidente, avvenuto proprio sui tornanti.
Per valutare una eventuale misura cautelare, il giudice per le indagini preliminari ha esaminato anche precedenti problemi con la giustizia del 51enne. Su questo versante, quindi, sarebbero emersi un precedente per guida in stato di ebbrezza e uno per lesioni, non gravi, nei confronti della moglie. E' in relazione a quest'ultimo episodio che, a quanto avrebbe spiegato, il 51enne stava svolgendo lavori di pubblica utilità al Csa di Adria, struttura della quale, quindi, non è dipendente.
Sul fronte dell'etilometro, a quanto emerge è vero che il 51enne aveva un tasso alcolemico diverso dallo zero che dovrebbe avere un guidatore professionale, dal momento che le rilevazioni avrebbero fatto segnare un 0,32. Ma è altrettanto vero che questo non configura un reato, riducendosi a una questione amministrativa.
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