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TRAGEDIA A TAGLIO DI PO
08.06.2019 - 12:04
La morte di Carletto Ortolan non va “archiviata”. Perlomeno non ora. Il giudice per le indagini preliminari vuole vederci chiaro sul decesso del 67enne di Taglio di Po e, accogliendo l’opposizione presentata dal legale dei familiari alla richiesta di archiviazione, ha restituito gli atti al pubblico ministero concedendogli tre mesi per la prosecuzione delle indagini. Decisione accolta con soddisfazione dai congiunti della vittima e da Studio 3A-Valore Spa, a cui si sono affidati.
I fatti rilsagono al gennaio deminl 2018 (LEGGI ARTICOLO). Ortolan, noto commerciante di automobili, il 28 dicembre 2017 si era svegliato - secondo questa ricostruzione dei fatti - con forti dolori addominali e nausea. Era rimasto a letto e aveva assunto un medicinale per il vomito: invano. La moglie e la figlia allora avevano chiamato il 118 e il paziente era stato trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso.
Qui - avevano segnalato i familiari - era stato visitato ma dimesso quasi subito, con la sola prescrizione di una terapia antibiotica, nonostante le insistenze dei familiari per un ricovero. L'indomani Ortolan - sempre secondo la ricostruzione dei fatti resa nota dallo Studio 3 A - non si reggeva in piedi e, verso sera, ha iniziato anche a palesare rossori diffusi su buona parte del corpo. I suoi congiunti hanno chiamato la guardia medica che ha consigliato di sospendere la cura prescritta al pronto soccorso e assumere un diverso antibiotico. Ma anche il cambio di medicinale non ha sortito effetti e la mattina del 30 dicembre 2017, sentito il medico di base, i familiari del 67enne hanno chiamato ancora il 118. Giunto di nuovo al Pronto soccorso i medici a quel punto hanno finalmente deciso di sottoporlo ad accertamenti più approfonditi, all'esito dei quali è stato ricoverato d'urgenza in terapia intensiva, ma alle 23.30 del giorno stesso Carletto Ortolan è spirato.
All'esito degli accertamenti tecnici, il pubblico ministero aveva domandato l'archiviazione dell'indagine.
Si è quindi arrivati all'udienza in camera di consiglio dello scorso 22 maggio, di fronte al giudice per le indagini preliminari Silvia Varotto. Chiamata, appunto, a decidere se archiviare il caso, come da richiesta della Procura, o se disporre nuovi approfondimenti, come domandato, invece, dai familiari del deceduto. Il magistrato ha ritenuto necessario un approfondimento istruttorio.
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