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Il libro

Annalisa sulla strada di Zavattini

“Le reggitrici” della Boschini presentato con un convegno, tra storia e mito. L’autrice: “Coltivate la memoria, da qui nascono i miei racconti”. Crivellari: “Realismo magico”.

Le donne d’acqua e di fiume di Annalisa Boschini sono speciali come gli scoli talentuosi del territorio in cui si muovono: la bassa. Suore, balie, mogli sono le figure femminili che compongono l’esordio della giornalista.

Mai sconfitte dagli eventi emblematici della vita, le protagoniste, piene di forza e coraggio emergono dalle acque, dotate di nuova consapevolezza. E’ stato presentato oggi pomeriggio con un convegno a cui hanno partecipato Daniela Rossi, editor, Alessandro Camerotto, medico, Sofia Bisi, docente e Diego Crivellari, ex deputato, la raccolta di racconti di Annalisa Boschini “Le reggitrici”.

Sedici sono i racconti, sedici come le protagoniste, che incarnano l’originario spirito della rezdora nel suo significato più profondo e antico. “Si inserisce in una linea precisa questo libro - interviene Crivellari - ed è quella del realismo magico padano di Guareschi, Zavattini e Cibotto. E’ una narrazione che premia l’antropologia e l’etnologia dove si esibisce una conoscenza accurata del territorio”.

Un libro che non si inquadra in una scrittura di genere: “La mia penna non è solo femminile, mi piace definire la mia silloge come la donna che indossa stivali da motociclista - confessa l’autrice - il mio invito, però, è un altro: coltivate la memoria. I miei racconti partono dal Rinascimento, attingono anche al passato perché noi siamo fatti di memoria, se smettiamo di guardarci indietro non ci sarà futuro”.

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