VOCE
ROVIGO
10.08.2019 - 13:35
L'ex ospedale psichiatrico di Granzette
"Metti una notte di settembre, un paziente scomparso dal manicomio ed una ricompensa per chiunque riuscirà a trovarlo prima che lui fugga per sempre. Tutto questo avverrà il 14 settembre 2019, presso Op Park Granzette". E' l'incipit, reperibile su varie piattaforme che si occupano di eventi a Rovigo (per quanto da alcune risulti non più reperibile, forse anche alla luce di questa polemica), col quale viene descritto l'evento originariamente programmato, appunto, per il prossimo 14 settembre all'ex ospedale psichiatrico di Granzette. Con annessa vendita di biglietti.
"Si tratterà di una caccia al tesoro notturna, tra palazzi abbandonati e giardini che pochi conoscono! Componi la tua squadra, crea il tuo kit di sopravvivenza e preparati a partire, questa caccia aspetta solo te! Sei abbastanza matto da provarci? Le iscrizioni saranno aperte dal giorno 17 luglio 2019", prosegue l'annuncio.
Lo schema, a quanto si intuisce, è quello di una classica caccia al tesoro. Con la differenza che, invece di cercare lo scrigno pieno di monete d'oro e di preziosi, i bimbi sarebbero chiamati - ovviamente nella suggestione dell'immaginazione - a rintracciare un paziente psichiatrico evaso dall'ex manicomio. Il tutto nel parco di un luogo che manicomio lo è stato per davvero, e per decenni, con tutte le sofferenze che hanno intriso le sue pareti.
Insomma, non il massimo del buon gusto, secondo alcuni. Tra questi, Giorgio Osti, docente e professore universitario, presidente di Aitsam (Associazione italiana tutela mentale). Che ha affidato il proprio sdegno alla propria bacheca di Facebook.
"Si tratta di una caccia al tesoro, in realtà caccia al paziente (c'è il pudore di non chiamarlo matto), scappato poco prima. L'iniziativa si svolge in notturna. Certo il divertimento non ha confini - constata con amarezza Osti - Però il cattivo, cattivissimo gusto rimane. Noi del'associazione Tutela Salute Mentale il problema oggetto di caccia al tesoro ce l'abbiamo in casa. Spiace anche vedere che valenti organizzazioni civili abbiano dato il patrocinio. Mi piace credere si tratti di una adesione superficiale. Chiedo loro cortesemente di ritirare il supporto all'iniziativa. Un po' di rispetto per luoghi che trasudano sofferenza. Per altro il problema della salute mentale continua a colpire senza distinzioni di classe e ceto. Un po' di rispetto non guasterebbe".
Interpellata in merito, l'associazione "I luoghi dell'abbandono", che gestisce il parco dell'ex ospedale psichiatrico, chiarisce di non avere responsabilità per l'organizzazione e, soprattutto, la caratterizzazione e la comunicazione relativa all'evento. "Noi abbiamo dato il parco in comodato d'uso agli organizzatori, come facciamo per vari eventi, preoccupandoci, tra l'altro, di rispettare il luogo e la sua memoria. Per esempio, non organizziamo concerti rock qui e non accettiamo proposte del genere - spiegano - A quanto è stato detto a noi, avrebbe dovuto essere una normale caccia al tesoro, come quella fatta, proprio al parco dell'ex psichiatrico, dai centri estivi di Granzette e Concadirame qualche settimana fa".
Eventi, in effetti, che avevano riscosso successo e adesione, senza alcuna polemica. "Credo - prosegue il presidente de 'I luoghi dell'abbandono' Devis Vezzaro - che gli organizzatori abbiano sbagliato la comunicazione relativa al progetto e anche la scelta del tema portante".
Intanto, come detto, la pubblicità dell'evento sta gradualmente sparendo dal web. E le associazioni che avevano concesso il patrocinio lo stanno ritirando. Avrebbe potuto essere una meravigliosa caccia al tesoro. Una frase l'ha trasformata in un fenomeno, piuttosto sgradevole. A volte basta poco per fare la differenza. Soprattutto quando si entra in luoghi carichi di storia e dolore. Sarebbe opportuno sempre farlo a bassa voce e in punta di piedi. Difficile, nell'era dei social. Ma doveroso, tra quelle mura.
Infine, un appello, lanciato dall'associazione "I luoghi dell'abbandono": "Leggiamo l'intervento del professor Osti - spiega la nota - Lo invitiamo qui, a Granzette, per organizzare assieme eventi. Vedrà che la nostra priorità è rispettare questo luogo e la sua storia".
Tra le associazioni che avevano dato il loro patrocinio, spiegando di non essere state informate della declinazione che sarebbe poi stata conferita all'evento, per poi ritirarlo non appena scoperta la modalità organizzativa della "caccia al matto", la Lega del Cane, che ha pubblicato un comunicato stampa.
"A proposito dell'evento "Fuga dal manicomio" che era stato organizzato per settembre presso l'ex ospedale psichiatrico di Granzette. Inizialmente avevamo dato il nostro patrocinio per un evento consistente in una semplice caccia al tesoro. Un evento ricreativo a scopo di beneficenza da svolgersi in un meraviglioso contesto, da valorizzare e da far rivivere. Visto il tema poi adottato, abbiamo ritenuto opportuno ritirare il nostro patrocinio e, dalle informazioni in nostro possesso, l'evento è stato cancellato".
"Cogliamo l'occasione per ricordare a chi ci segue che dal 2008 la nostra associazione collabora con il Dipartimento di Salute Mentale e che ciclicamente realizza progetti con Centri Diurni per disabili e case-famiglia. Ció precisato, riteniamo che da parte degli organizzatori non vi sia stata alcuna malizia ma che si sia trattato di un disguido dovuto a leggerezza, senza l'intenzione di offendere nessuno".
Fa chiarezza anche il comitato di Rovigo della Croce Rossa Italiana: "A noi, per l'evento, è stata richiesta una ambulanza, come accade per numerose altre iniziative del genere. Non siamo entrati nella organizzazione dell'evento, coi nostri volontari avremmo dovuto solamente svolgere una attività di appoggio, qualora ve ne fosse stata la necessità".
Il Rotaract Rovigo, da parte sua, esprime tutto il proprio dispiacere per l'eco negativa che ha avuto la vicenda. "Siamo dispiaciuti, profondamente - spiega - Noi siamo un gruppo di giovani che cerca di adoperarsi per cause positive, non avremmo mai e poi mai voluto mancare di rispetto a questo luogo, che vorremmo anzi venisse valorizzato e conosciuto quanto più possibile. Ripetiamo: non c'era nessuna volontà di mancare di rispetto a nessuno".
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