VOCE
IL CASO A PAPOZZE
14.08.2019 - 23:55
L’Opera Pia ha tentato di dimettere a forza l’anziana degente. La Regione non ci sta
Alla fine, sono arrivati gli ispettori regionali. Son giunti all’opera Pia Bottoni, la casa di riposo di Papozze, nella mattinata di ieri, dopo giorni che avevano visto il piccolo Comune del Bassopolesine al centro delle cronache nazionali. Da quando, cioè, i vertici della struttura assistenziale hanno cercato di dimettere “forzosamente” una anziana di 89 anni, malata di Alzheimer, ospitata dal 2015 ma in arretrato con la retta.
Dimissioni non accettate dalla figlia, che ha anzi presentato una denuncia ai carabinieri, per abbandono di incapace e interruzione di pubblico servizio. La struttura, a sua volta, quando l’ambulanza con a bordo l’anziana, inviata a casa della figlia, è stata rispedita al mittente, col rifiuto di ricevere la 89enne, ha presentato querela per abbandono di incapace.
A monte di tutto, un contenzioso sul pagamento della retta. La figlia, infatti, per il primo periodo di degenza della madre avrebbe pagato regolarmente. Ma, in seguito, avrebbe scoperto che, secondo varie interpretazioni giurisprudenziali, per degenti con la patologia della 89enne, a pagare i costi di ospitalità e cura dovrebbe essere il Servizio sanitario nazionale. Da qui la decisione di non pagare più la retta. La casa di riposo ha reagito ottenendo un decreto ingiuntivo, opposto. La causa inizierà a gennaio.
A disporre l’ispezione, l’assessore regionale Manuela Lanzarin. “Non entro nel merito del contenzioso - spiega - ma di certo persone in condizioni di salute delicate non possono essere scaricate in questa maniera. Ho già avuto modo di esprimere il mio disappunto sia al presidente della Opera Pia che al direttore. Ho seguito la vicenda e ora, tramite gli ispettori, desideriamo approfondirla completamente”.
Il tutto, tenendo ben presente come non sia automatico, secondo la Regione, il fatto che la famiglia non debba pagare. “Se fosse tanto chiaro e innegabile - prosegue l’assessore - non ci sarebbe una causa instaurata. Noi riteniamo ci siano decisioni che vanno in senso contrario. In ogni caso, abbiamo contattato anche l’Ulss. Ci sarà, nei prossimi giorni, anche una nuova valutazione delle condizioni della paziente”.
Un accertamento clinico che i familiari, tramite la diffida del loro legale, stanno cercando di bloccare, ritenendo non sia una pratica ammissibile, a causa in corso. “La visita si farà”, taglia corto l’assessore.
Sul tema dell’ispezione interviene anche il presidente del Cda della struttura Diego Guolo. “Ci fa solo piacere - assicura - So dell’arrivo degli ispettori, ho voluto lasciarli lavorare con la massima tranquillità, senza interferenze di alcun tipo. Siamo favorevoli alle ispezioni, che anzi auspicheremmo fossero periodiche, costanti. Il nostro desiderio è quello di fare sempre meglio, sia da un punto di vista umano che professionale”.
Nessun timore, quindi, per quelle che potrebbero essere le conclusioni della verifica disposta dalla Regione. “Noi riteniamo di lavorare bene - assicura il presidente del Cda della struttura - Facciamo lavorare gli ispettori, poi vediamo cosa scriveranno nel loro verbale. Se ci saranno insegnamenti da trarre, opportunità di imparare qualcosa e migliorare, bene. Ripeto: le ispezioni ci fanno solo piacere, sono occasione di verifica e di crescita”.
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