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ALLARME SANITARIO

Salmonella nell'Adige: massima allerta a Padova, Polesine "dimenticato"

Incredibile difformità dovuta alla burocrazia, perplessità a San Martino e Lusia, tocca ai sindaci attivarsi. Si sono immediatamente mobilitati

Adige Fiume 12

Il fiume Adige

Quando si dice la burocrazia e i risultati, a volte incredibili, che può produrre. Uno stesso fiume, le cui acque risultano, secondo i rilevamenti alla stazione 206 di Anguillara Veneta, "ospitare" la presenza di Salmonella Spp, ma due reazioni diverse a seconda delle sponde di "competenza". Ovvero: la Ulss 6 del Padovano ha informato i Comuni interessati, con quello di Anguillara che, già giovedì 29 agosto, ha emanato una ordinanza che, proprio sulla base di queste rilevazioni, dispone la "sospensione immediata dell'utilizzo, per scopo irriguo, delle acque superficiali del fiume Adige sulle colture ortofrutticole". La logica conseguenza, del resto, del risultato di questa analisi.

In tutta la trafila, però, qualcuno deve, evidentemente, avere dimenticato che batteri e acque non rispettano quei confini che esistono solo sulla carta, come quello che divide a metà le acque di un fiume. Che, cioè, a un allarme che riguarda la sponda padovana dell'Adige difficilmente può essere estranea quella polesana. I cui Comuni, però, nella mattinata di venerdì 30 agosto non avevano ancora ricevuto comunicazioni.

Comprensibile, quindi, la perplessità dei sindaci, in primis San Martino di Venezze e Lusia, che hanno appreso della disposizione del collega di Anguillara e, logicamente, si sono posti il problema della propria situazione, partendo da un principio elementare: le acque che bagnano Anguillara sono le stesse che bagnano il Polesine. E, questo il giustificato timore, pure gli stressi batteri che ci proliferano.

Si sta parlando, del resto, di Comuni, Lusia in particolare, che fanno dell'agricoltura il proprio settore trainante e nei quali, quindi, l'utilizzo irriguo delle acque è diffusissimo. I primi cittadini, quindi, si sono mobilitati di iniziativa per prendere le disposizioni del caso.

Si è arrivati al paradosso per cui è stato il sindaco di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini a portare la questione all'attenzione di Ulss e Arpav, laddove, solitamente, l'iter procede in direzione inversa. "Si rende noto che il Comune di Anguillara Veneta, in data 29 agosto, ha emesso una ordinanza, in merito alla contaminazione dell'acqua del fiume Adige dal batterio della salmonella, vietandone l'utilizzo per uso irriguo sulle colture ortofrutticole".

"Orbene, essendo il fiume Adige fonte idrica principale per l'irrigazione del territorio agricolo di San Martino di Venezze, si chiede a codesto dipartimento se siano state eseguite analisi specifiche sulle acque sul versante della zona provinciale di Rovigo. Si rimane a disposizione per adottare eventuali tempestive misure di sicurezza  salvaguardia della salute della popolazione".

Importante precisare come il problema non sussista per quanto riguarda, invece, l'utilizzo dell'acqua potabile, transitata per i depuratori e le condotte idriche.

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