VOCE
PESCA
31.08.2019 - 12:34
Il presidente della Provincia Ivan Dall'Ara
"Premetto che non mi sono mai sottratto né alle mie responsabilità di Presidente né a rappresentare la Provincia nei vari, numerosi e diversi tavoli di lavoro come qualcuno cerca di accusarmi". Lo dice il presidente della Provincia Ivan Dall'Ara, tornando sulla questione dei diritti esclusivi di pesca, dopo la riunione dei pescatori del Consorzio cooperative pescatori del Polesine di Scardovari, che hanno confermato l'intenzione di arrivare, in massa, a Rovigo per chiedere decisioni celeri, nell'interessi di un comparto che dà lavoro a 1500 persone (LEGGI ARTICOLO).
I diritti esclusivi di pesca, di fatto un unicum a livello nazionale, sono lo strumento col quale la Provincia, che li detiene, li trasmette agli assegnatari, che quindi ottengono il diritto di pescare i molluschi nelle acque interne di Porto Tolle. La principale industria del Polesine. Una consuetudine che, per anni, è proseguita col pilota automatico, senza intoppi. Quest'anno, però, è arrivata una novità, che ha sparigliato le carte: una agenzia immobiliare del Ferrarese ha diffidato la Provincia dal procedere in questa maniera, rivendicando il diritto di potere fare richiesta per l'assegnazione.
"La prassi istituzionale - prosegue il presidente - vuole che le date e gli orari degli incontri o tavoli si concordino tra le parti e questo non è avvenuto né il 31 luglio né il 3 settembre, pertanto rigetto le accuse di latitanza che il presidente del Consorzio cooperative mi rivolge. In Provincia inoltre non ci sono né ci saranno beghe politiche che ricadono sui pescatori fintantoché io sarò presidente, come ha cercato di dire l’assessore Corazzari. Anzi è l’esatto contrario: esiste un dibattito sereno e franco sui diritti esclusivi di pesca fra chi come il sottoscritto ritiene che in questo preciso momento storico l’unica strada legale percorribile sia quella della proroga di un periodo eventualmente riprorogabile in attesa di una definitiva soluzione legislativa e chi, ed è la maggioranza, ritiene si possa concedere una proroga di 15 anni".
"I consiglieri che sono per questa tesi devono perfezionare le procedure amministrative per il raggiungimento del loro obiettivo. I miei compiti sono quelli di convocare il consiglio per dare corso alla loro proposta. Queste questioni le ho fatte presenti anche nell’ultimo consiglio provinciale e sono state notificate ai consiglieri. A tutt’oggi al protocollo, aldilà delle dichiarazioni d’intenti, non è ancora pervenuta nessuna nota al riguardo. Non ci sono dunque ritardi, omissioni, assenze ingiustificate".
"Senza polemica nei riguardi di nessuno devo registrare che il 31 luglio scorso l’assessore regionale al territorio Corazzari ha ufficialmente dichiarato 'Alla luce dei pareri dell’avvocatura dello Stato, che sono chiari e inequivoci sul punto – oggi è emerso che non è più solo un principio di responsabilità, ma un vero e proprio dovere quello della Provincia di Rovigo di affidare i diritti esclusivi di pesca al Consorzio cooperative pescatori del Polesine di Scardovari, che riunisce tutti gli operatori del settore, e di farlo, in base alla legge Finanziaria del 2019, non per uno ma per 15 anni”'. Sorprende però che a distanza di qualche giorno lo stesso Corazzari condivida la nota dell’assessore regionale alla pesca Pan che dice l’esatto contrario. L’assessore Pan ha inoltre chiesto al Ministero quali atti di indirizzo si intende porre in essere a seguito del parere dell’Avvocatura di Stato che tante certezze aveva creato".
"Il 10 Settembre i pescatori hanno chiesto di incontrarmi e ribadirò la mia posizione a tutela dei loro interessi. Inoltre il 26 agosto l'avvocato Anselmi ha inviato un’ulteriore diffida, per chiedere la revoca della proroga dei sette mesi attualmente in essere. Non è mia intenzione procedere con la revoca, ma quel che è certo occorrerà ulteriormente approfondire in che modo poter legittimamente procedere con un affidamento o una proroga della convenzione riguardante i diritti esclusivi di pesca. Resta inteso che se entro la medesima data i cinque consiglieri che hanno votato per i 15 anni mi chiedono di convocare il consiglio per approvare la loro proposta, io ottempererò".
La sfida, quindi, da parte di Dall'Ara, è lanciata: l'idea del presidente è che l'assegnazione per 15 anni non sia una strada percorribile. Ma, ragiona, visto che la maggioranza dei consiglieri la pensa diversamente, chiedano la convocazione del consiglio provinciale con questo ordine del giorno.
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