VOCE
LAV ROVIGO
04.09.2019 - 11:29
"La libertà personale è inviolabile.Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria". Conoscete queste parole? Sono l'inizio dell'articolo 13 della nostra Costituzione. Purtroppo ogni anno 1% della popolazione italiana invece, tiene in ostaggio, privandola della propria libertà, il restante 99%. Queste persone sono i cacciatori, che con le loro doppiette e con cani inferociti da mesi di detenzione forzata, impediscono a chiunque di uscire, perché si ha paura di essere impallinati o aggrediti", comincia così la nota della Lav di Rovigo (Lega Antivivisezione) contro l'apertura della caccia.
"Nel 2018, 80 sono state le vittime umane della caccia, 21 i morti (dati Associazione Vittime della caccia). 465 milioni invece sono stati gli animali uccisi, praticamente 139 al secondo durante il periodo venatorio, una vera e propria strage di innocenti. Il nostro territorio è già minato da cementificazione, pesticidi, inquinamento, cambiamenti climatici, disboscamento, se si aggiunge il massacro di sempre più numerose specie cacciabili, in deroga a tutte le normative europee, la fauna sarà sempre più a rischio estinzione. Domenica 1° settembre, con le cosiddette giornate di preapertura, si è ufficialmente aperta la stagione venatoria e molti ci hanno contattato perché si sono svegliati, già alle prime luci dell'alba, con il consueto rumore di guerra che contraddistingue questo periodo, che durerà fino a fine gennaio. Le persone sono stanche di non poter più uscire per fare una passeggiata col cane, fare un picnic con i figli, un giro in bici, trekking, podistica e tutte le attività all'aria aperta. Le campagne, i colli, le valli del Delta del Po, gli argini dei fiumi, le montagne, ogni luogo della nostra Regione (e di tutto il resto d'Italia) sono invasi dai cacciatori. Questo secondo noi è un limitare la libertà altrui. Ormai è ora, per la nostra nazione di considerare la chiusura definitiva di un'attività deleteria per tutti, limitativa della libertà personale e seguita da un numero veramente irrisorio di persone. Chi ci rappresenta deve cominciare ad ascoltare il 70% degli italiani che è contro la caccia".
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